EuVisions ci parla di uno degli organismi Ue meno conosciuti: il Comitato economico e sociale
In molti pensano che sia inutile: ma è davvero così? Di certo non gli manca la creatività
Tra le numerose istituzioni e agenzie dell’Unione Europea, ce ne sono un paio caratterizzate dal fatto che pochi sanno che cosa facciano, non appaiono particolarmente utili, pur continuando a ricevere fondi non insignificanti. Lo so che quello che dico potrebbe sembrare ingiusto, ma io non sto mettendo in discussione se effettivamente queste istituzioni fanno qualcosa di utile, sto solo sostenendo che ciò che esse fanno non è percepito come utile, che non è la stessa cosa. Ma siccome ‘perception is reality’, la distinzione comincia a diventare piuttosto sofistica. Comunque, questa lunga premessa per dire che, solo per citarne due che mi sono saltate in mente, il Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo chiaramente rientrano in questa categoria.
Lasciamo perdere il Comitato delle regioni per il momento (o forse per sempre).
Il Comitato economico e sociale europeo (EECS) è, come tutti sapete, vero? ‘un organo consultivo che permette ai rappresentanti europei della società civile organizzata, e a vari gruppi di interesse, di utilizzare una piattaforma per esprimere i loro punti di vista sulle questioni europee. I suoi pareri sono trasmessi alle maggiori istituzioni – il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo. Svolge quindi un ruolo essenziale nel processo decisionale europeo ‘. Quest’ultima frase non mi convince del tutto, ma gli obiettivi – in questo clima di forte anti-europeismo – mi sembrano incredibilmente importanti. Il Comitato era nato come punto di incontro per i sindacati, le confederazioni e l’Unione Europea, ma oggi svolge un ruolo più ampio. Aspira ad essere il canale utilizzato dai cittadini europei per dare una voce ai loro problemi e alle loro aspirazioni e lo strumento utilizzato dalla UE per comunicare e aprire un dialogo con la società civile europea. Non è questo forse fondamentale in questo momento?
Lo è per me ma, ciononostante, è raro sentir parlare delle iniziative che il Comitato sta portando avanti e la comunicazione di tali iniziative non sembra interessare molti, se si escludono le persone e le organizzazioni che sono direttamente collegate a specifici progetti. Ma, almeno dal punto di vista visivo, il Comitato ha prodotto del materiale niente male (sì, l’ho detto, vedete che non sono sempre così negativa?). Ecco un paio di esempi.
Questa settimana il Comitato ha assegnato il premio della società civile, un premio che mira a ‘premiare l’eccellenza nelle iniziative della società civile in Europa’: le tre organizzazioni vincitrici (una dal Regno Unito, una dal Portogallo e una dalla Svezia) sono stati ritratte in un video (di 6 minuti) che descrive molto bene ciò che le organizzazioni fanno con la speranza che le loro azioni possano ispirare altri a iniziare progetti simili nei loro paesi.
Ecco il video (e non fatevi scoraggiare dal fermo immagine del Presidente!):
Un’altra bella iniziativa ‘visiva’ , è una competizione per il miglior video chiamata Europe Past Forward: produttori di video – non professionisti – sono invitati a inviare un video di due minuti che illustri cosa significa essere un cittadino dell’Unione europea. I tre migliori video ricevono un premio di qualche migliaio di euro.
Ecco il trailer animato per l’edizione del 2013 (56 secondi): originale, con animazioni interessanti e, beh, atipico (forse dovrei dire non molto istituzionale?).
E, infine, per darvi un’idea del tipo di video che partecipano al concorso, ecco il video vincitore del 2012: semplice, con un’idea efficace.
Non è questo forse il modo migliore di connettere l’Europa con la sua società civile? Forse la teoria è che in Europa meno potere un’ istituzione ha, più creativa riesce ad essere (apro il dibattito!). Comunque dieci punti per lo sforzo fatto! Perché, allora, non appena si parla del EESC (e, naturalmente, con l’acronimo è ancora peggio!) tutti si mettono a sbadigliare?