Bruxelles – Le elezioni anticipate in Irlanda sono ufficiali. Confermata dal Primo ministro irlandese Simon Harris la data del 29 novembre, con cui avrà modo di chiedere ai cittadini “di continuare a essere il loro Taoiseach (Primo ministro irlandese)“. Per venerdì pomeriggio si aspetta lo scioglimento del Parlamento.
La conditio sine qua non per le elezioni era il passaggio del documento di bilancio per il 2025. Tramite questo documento, in Irlanda sono state garantite le modifiche alle fasce di reddito, la riduzione del ‘Contributo Sociale Universale’ (un’imposta supplementare per tutti i redditi tranne quelli minimi) e i nuovi sostegni per le imprese e le aziende. La votazione è stata velocizzata, permettendo a Harris di avere la tranquillità per indire le elezioni come aveva preannunciato.
La carica di Taoiseach e leader del partito Fine Gael per Harris è arrivata dopo le dimissioni del predecessore Leo Varadkar, quasi in fuga dalla politica per motivazioni personali. Da aprile ad oggi, il neo Primo ministro ha consolidato la credibilità del suo partito, che i sondaggi dell’Indicatore elettorale irlandese riportano al 24,5 per cento, in testa su tutti gli avversari.
A seguire nei sondaggi è il partito conservatore Fianna Fail, con il 21 per cento, attualmente alla coalizione di governo con Fine Gael. Potrebbe sembrare una svista (o forse un preannuncio di rotture nella maggioranza), la decisione del vice Primo ministro Micheál Martin, deputato di Fianna Fail, di rompere gli indugi e confermare la data di venerdì al notiziario irlandese Virgin Media, prima che lo facesse Harris. In ogni caso, anche senza nessuna sorpresa per l’annuncio di Harris, al suo rientro da Budapest per la riunione del Consiglio Ue con i leader europei verrà sciolto il Parlamento e inizierà la maratona elettorale.
Per l’opposizione si prospettano settimane impegnative. Arranca Sinn Fein, il principale partito di opposizione, dopo il successo nelle elezioni generali del 2020. Aveva ottenuto il maggior numero di “prime preferenze” e ora i sondaggi lo danno intorno al 18 per cento, colpevoli anche gli scandali politici degli ultimi mesi che hanno messo a dura prova il partito di Mary Lou McDonald.
Come funzionano le elezioni
La campagna elettorale inizierà domani (8 novembre) dando avvio ad una battaglia tra partiti serratissima che durerà fino al giorno delle elezioni.
L’Irlanda utilizza un sistema di voto chiamato Proportional Representation Single Transferable Vote (Pr-Stv). In pratica, su base di collegi plurinominali agli elettori è chiesto di fare una classifica “numerando” i propri candidati sulla scheda elettorale. Le preferenze vengono conteggiate e i Td (membri del Parlamento) sono eletti direttamente al superamento della soglia di sbarramento prestabilita.
I Td sono 160, per la maggioranza ne servono 81 ed è altamente improbabile per un partito ottenerla da solo. Conseguenza è che si dovrà formare un’altra maggioranza, che potrebbe ripetere la triade Fine Gael, Fianna Fail e un partito più piccolo di centro-sinistra, che in questo caso erano i Verdi, o cambiare radicalmente se i risultati fossero diversi dai sondaggi. A fine mese si avranno delle risposte riguardo alla tenuta della maggioranza, alla (forse ricostruibile) credibilità dell’opposizione e, non da meno, se la scommessa di Harris di consolidare la propria posizione sarà stata vincente.