Bruxelles – Gli uccelli con i livelli di protezione più alti offerti dal diritto europeo se la passano meglio di altre specie, sostiene uno un studio del giornale Conservation Letters. Lo studio ha trovato che gli uccelli etichettati come specie “Allegato 1” della Direttiva Uccelli, che richiedono ai governi di realizzare azioni per proteggerli, hanno più probabilità di vedere la propria popolazione in aumento rispetto a quelli che non sono compresi nella lista.
La ricerca è stata condotta dal RSPB, BirdLife International e l’università di Durham, che hanno scoperto che l’impatto positivo della direttiva c’è sia nel breve sia nel lungo termine, e gli uccelli minacciati sono più sicuri nei paesi che sono Stati membri dell’Ue da più tempo. Tuttavia i migratori su lunghe distanze non beneficiano notevolmente dalla protezione, il che indica che hanno avuto problemi lungo la loro strada migratoria o nelle aree di svernamento africane, neutralizzando lo sforzo europeo.
La ricerca esce proprio mentre la Commissione europea ha avviato una revisione delle direttive su uccelli e ambiente. Gli ambientalisti hanno paura che questo lavoro sulla legislazione che protegge la fauna selvatica dal 1979 possa indebolire le regole, a casa di chi vede questa legislazione, a loro giudizio erroneamente, come un blocco per la crescita, e sostengono che la revisione “è la singola minaccia più grande” alla natura europea in questa generazione.