Roma – “Dobbiamo liberare l’Europa dalla tenaglia che la stringe tra egoismi nazionali e sentimenti populisti”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinea la necessità di rilanciare l’integrazione dell’Ue, a partire dalla zona euro. Perché bisogna dare “all’unione monetaria quella necessaria proiezione nell’unione politica”, secondo il capo dello Stato, il quale è convinto che “il compromesso raggiunto in extremis sulla Grecia”, potrà essere “virtuoso se diventerà la leva” per aprire “il cantiere di una nuova governance dell’euro come vero e proprio governo, adeguato e democratico, della moneta unica”.
L’inquilino del Colle dedica molto spazio all’Europa intervenendo alla XI Conferenza degli ambasciatori italiani – la riunione annuale cheoggi e domani raccoglie alla Farnesina 123 capi di ambasciata e 8 rappresentanti permanenti presso le istituzioni internazionali – dove era presente anche l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini.
Il capo dello Stato non tralascia il tema delle politiche migratorie. Bacchetta l’Ue che “non non sempre riesce a dare una risposta all’altezza della propria civiltà”, e anzi “sta facendo meno quanto sarebbe suo dovere fare”. Ribadisce che l’accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo è “un primo passo significativo che salutiamo con soddisfazione”. Tuttavia, precisa, sarà importante solo “se ne seguiranno altri nel segno della condivisione”. Separa i rifugiati – per i quali “il carattere umanitario della loro accoglienza non può che prevalere su altre considerazioni”, dice – dai “semplici migranti”. Riconosce che la gestione degli ultimi è “più complessa”, ma avverte che “anche le politiche dell’immigrazione europee dovrebbero tendere verso una certa omogeneità”, con lo sguardo rivolto all’integrazione come “fattore di sicurezza”. E avverte: “Da come l’Europa saprà integrare i migranti, anche costruendo percorsi di cittadinanza, dipenderà e non poco la pace e il dialogo con i Paesi di provenienza”.
Il presidente ha fatto poi un breve passaggio sull’allargamento dell’Ue ai Balcani occidentali, con “l’auspicio di sollecita apertura o di sviluppo dei relativi negoziati”. E ha chiuso con un cenno al Ttip, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati uniti, esprimendo l’augurio che “possa concludersi al più presto con l’equilibrio necessario”, e garantendo “tutta l’attenzione e il sostegno del nostro Paese” perché ciò avvenga.
In totale sintonia con Mattarella, anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha evidenziato la linea fortemente europeista della diplomazia italiana e ha premuto sul tasto della dimensione politica necessaria all’Unione. “Per l’Italia – dichiara – l’Ue ha bisogno di più integrazione, di politiche attive per la crescita e di politiche di sicurezza e difesa comuni”. Parla di una “rivincita politica” che serve all’Europa “per il futuro dei rapporti con la Russia, le cui responsabilità nella crisi in Ucraina sono evidenti”, ma che deve essere “recuperata” al ruolo di partner globale “con la saggezza del dialogo e con il coinvolgimento nei dossier internazionali”. Si tratta di una “strada per cui l’Italia si è battuta e che adesso è più seguita” anche dagli altri partner, sostiene il titolare degli Esteri.
Gentiloni, così come ha fatto Mattarella, ha ringraziato la presente Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, per il lavoro che ha condotto alla firma dell’accordo di Vienna sul nucleare iraniano. La stessa Lady Pesc, prima di partire alla volta di Riad e Teheran per le sue visite in Arabia Saudita e Iran previste per oggi e domani, a margine della Conferenza dichiara i motivi del suo viaggio. “Vado proprio a spiegare che quello sul nucleare iraniano è un accordo di non proliferazione”, sottolinea. “Contribuisce alla sicurezza della regione, di Israele – che ha duramente criticato l’intesa – del Golfo e dell’Europa”, aggiunge la vice presidente della Commissione Ue, secondo la quale adesso si “può aprire una nuova stagione di relazioni internazionali”.
Mogherini ha parlato anche di Turchia, dopo il riaccendersi delle tensioni tra Ankara e la minoranza curda. Ha riferito di aver avuto dei contatti con il ministro degli Esteri turco e con i rappresentanti curdi, negli ultimi due giorni, invitando tutti “non solo a contrastare il terrorismo, a partire dall’Is in Siria, che rappresenta una minaccia reale per la sicurezza della Turchia, ma anche a mantenere vivo il processo di pace all’interno del Paese”. L’esortazione che “la Ue fa a tutti – conclude l’Alto rappresentante – è di mantenere aperta la porta e la strada del dialogo e della pace all’interno della Turchia, alzando ancora di più la guardia contro l’Is e contrastandolo ovunque si manifesti”.