Bruxelles – Sono passati 41 anni da quando, il 24 luglio 1974, in Grecia terminò la dittatura dei colonnelli. Dopo sette anni di oppressione, il Paese riuscì a tornare ad essere una democrazia, mettendosi alle spalle uno dei periodi più bui della sua storia, cominciato con il golpe del 21 aprile 1967. L’anniversario è particolarmente sentito ad Atene, anche perché nelle ultime settimane il colpo di Stato di 48 anni fa è tornato a occupare le prime pagine dei giornali a causa delle parole dell’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che proprio a quel golpe paragonò l’accordo raggiunto fra il governo di Alexis Tsipras e i creditori di Atene. Per ricordare la restaurazione della democrazia, tutti i leader dei partiti presenti in Parlamento (fatto salvo per quello della formazione neonazista Alba dorata, che non ha mai nascosto le proprie simpatie per il deposto regime) oggi hanno partecipato a un pranzo offerto dal presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos.
Il colpo di Stato che rovesciò la democrazia greca si svolse in piena notte, fra il 20 e il 21 aprile 1967. Verso le 2:00, i militari guidati dai colonnelli Georgios Papadopoulos, Nikolaos Makarezos e Ioannis Ladas occuparono il Ministero della Difesa, i centri di comunicazione, il Parlamento e il palazzo reale. Più di 10 mila persone considerate scomode vennero arrestate o isolate, compreso il primo ministro Panagiotis Kannellopoulos. Il re Costantino II venne svegliato alle 5.30 dal rumore dei carri armati che avevano accerchiato la sua residenza estiva di Tatoi, e dopo aver tentato di opporre una timida resistenza certificò la nascita del nuovo governo dei colonnelli, con un atteggiamento molto simile a quello avuto da Vittorio Emanuele III con Mussolini dopo la marcia su Roma del 1922.
Pochi mesi dopo, il Costantino II lasciò la Grecia in mano al regime militare e fuggì in esilio volontario a Roma, portando con sé anche il primo ministro. Durante i sette anni in cui rimasero al potere, i colonnelli soppressero le normali libertà civili, sciolsero i partiti politici e istituirono tribunali militari speciali. Uno dei momenti di maggiore tensione dall’inizio della dittatura fu rappresentato dai funerali di Georgios Papandreou, padre del futuro primo ministro Andreas e nonno di George, che in qualità di premier nel 2009 rivelò al mondo lo stato disastroso dell’economia greca. Nel 1968 i funerali di Georgios Papandreou si trasformarono in una manifestazione contro il regime e portarono all’arresto di 41 persone.
Negli ultimi giorni di governo, i colonnelli riuscirono anche a causare la divisione di Cipro in due aree: una filogreca e una filoturca. Il tentativo di rovesciare il presidente Makarios III con un golpe scatenò infatti la reazione della Turchia, che intervenne militarmente nel nord e instaurò un governo a lei vicino. Alla divisione di Cipro sta cercando di mettere fine proprio in questi giorni la diplomazia europea, che è riuscita a far ripartire il dialogo fra i due governi dell’isola spingendo verso un processo di riunificazione. Oggi nel Paese è in visita ufficiale l’Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Federica Mogherini.