Bruxelles – Un po’ in silenzio e forse anche un po’ a sorpresa – ma forse neanche troppa, a dire il vero – l’Europa assisterà alla fine di un piccola storia tutta sua. Una storia molto francese, certo, ma pur sempre europea. Se ne accorgeranno gli appassionati di calcio, i patiti delle statistiche, e ovviamente loro, i sostenitori del Sochaux. Una squadra umile, nonostante tutto. Una squadra legata da sempre al nome Peugeot, quel Peugeot che seppe esportare e che ancora oggi esporta una buona parte di Francia in giro per il mondo. Ma per la prima volta dal 1928 la casa automobilistica non controllerà più il Sochaux, e il campionato in partenza sarà il primo nella storia del club senza la società di riferimento. E’ la crisi che morde, e un mondo del calcio dove per essere competitivi bisogna investire sempre di più. Peugeot non se lo poteva più permettere, e allora addio, anzi “adieu”. Pochi giorni fa i cinesi di Ledus hanno acquisito le ultime azioni detenute dal gruppo Peugeot, facendo del Sochaux la prima squadra calcistica di Francia in mani cinesi e della Peugeot un nome per gli almanacchi sportivi e per la storia del calcio.
Sui campi di gioco – ma non solo lì – l’Europa vede dunque finire una piccola storia degna di essere raccontata e ricordata. Negli anni Venti del secolo scorso Louis Maillard-Salin, impiegato della Peugeot e direttore del reparto carrozzerie della nota casa automobilistica, e il collega Maurice Bailly, decisero di dar vita a una squadra di calcio. Jean-Pierre Peugeot, allora direttore dell’azienda, sostenne l’iniziativa e nel 1928 nacque il Football Club Sochaux-Montbelliard, più noto come Sochaux. Peugeot voleva fare di quel club una delle più grandi squadre del Paese, e all’inizio le cose sembrarono andare nel verso giusto. Negli anni Trenta giunsero due vittorie in campionato (1935 e 1938), arricchite da un prestigioso secondo posto (1937) e una vittoria in coppa di Francia (1937). In quell’occasione ogni calciatore ricevette, come premio per la vittoria del trofeo, una Peugeout 201 coupè. E’ certamente il momento migliore del club, ma la guerra cambierà la storia del club come tutto il resto. Con il secondo conflitto mondiale alcuni giocatori fuggono, altri muiono. Anche i dirigenti del club pagano il prezzo della guerra. Auguste Bonal, dirigente della Peugeot e direttore sportivo del Sochaux, viene deportato dalla Gestapo per resistenza e rifiuto di collaborazione. Viene fucilato nel 1945.
Il Sochaux non è solo sport, dunque. E’ una testimonianza anche dolorosa di una storia dalle scomode eredità. La normalità ritrovata permette alla squadra di ripartire, ma l’Europa ridisegnata dalla guerra consegna un continente orientato su nuovi orizzonti. Peugeot continua a investire nel calcio, ma nuovi gruppi trovano nel football il proprio business. L’industriale Roger Rocher, che farà grande il Saint-Etienne negli anni Sessanta e Settanta, e l’imprenditore Bernard Tapie, che creerà il mito Olympique Marseille. Il Sochaux fa fatica, anche perchè Peugeot si interessa meno al calcio e sempre più al mercato dell’automobile. Ormai secondo produttore francese dietro a Renault, Peugeot resiste indenne alla crisi petrolifera, e alla fine degli anni Settanta rileva i marchi Talbot e Simca da Chrysler. La squadra arriva seconda in campionato nel 1980, e poi in semifinale di coppa Uefa l’anno successivo, ma non riesce a diventare quella grande squadra sognata da Jean-Pierre Peugeot. Per tornare a sollevare un trofeo bisogna attendere il 2003, quando la squadra vince la sua prima coppa di Lega. Nel 2007 arriva la vittoria in coppa di Francia, settant’anni dopo l’ultima volta.
Ma è l’illusione di una città e di una tifoseria. Peugeot già dal decennio precedente ha avviato una collaborazione industriale con i produttori cinesi di Dongfeng, e gli anni 2000 vedono la nascita di nuove partnership per sosteneri i costi produttivi di un settore non più redditizio come un tempo. Peugeot di fatto lascia stancamente il suo club, che retrocede in Ligue 2, la serie B francese. Il 7 luglio scorso l’ufficializzazione della vendita ai cinesi di Ledus, con la scomparsa del leone Peugeot dallo stemma della squadra e della casa automobilistica dal calcio giocato. E’ la fine di un’era, e la fine di una piccola favola europea.