Roma – Il gruppo Nestlé in Italia tiene a distinguersi per il proprio impegno per il sociale. Nel 2023 sono stati destinati oltre 3.5 milioni di euro verso progetti di rilevanza sociale, rileva il primo report di settore positivo generato in Italia.
Insieme a Luiss Business School e Scs Consulting, il gruppo Nestlé ha presentato Il nido che condividiamo, primo studio di impatto sociale che rileva l’apporto dell’azienda in cinque macro-aree: benessere delle persone del Gruppo Nestlé in Italia e delle loro famiglie, supporto alle comunità locali, educazione alimentare, salute e benessere nutrizionale e sicurezza sul lavoro.
Nell’ambito del benessere delle famiglie, Nestlé si è distinta come best practice e apripista per il congedo parentale di tre mesi retribuito al 100 per cento, destinato ai padri o ai secondi caregiver, chiamato Nestlé Baby Leave. In aggiunta è stato proposto il Campus 90 giorni, per garantire ai dipendenti un centro estivo di tre mesi per i figli. Non solo i neogenitori, ma anche bambini e ragazzi sono compresi nei progetti. Oltre 140mila i giovani coinvolti in iniziative relative a nutrizione, sensibilizzazione sull’uso dell’acqua e rispetto degli animali domestici.
“Sono diverse le misure e i progetti che abbiamo promosso per generare un impatto positivo e duraturo, con il desiderio di creare un futuro migliore per tutti“, commenta Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del gruppo Nestlé in Italia.
Nestlé e la genitorialità
In Italia, il Nestlé Baby Leave è stato un grande passo avanti per la tutela dei neogenitori e la limitazione dell’assenza di equa condivisione del carico di lavoro familiare.
Nel marzo 2022, Nestlé ha sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali degli alimentaristi (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil), impegnandosi in un investimento di oltre un milione di euro all’anno per finanziare questa iniziativa. Si parla di un’integrazione importante alle stesse politiche di azienda, che avevano aggiunto due settimane rispetto alla normativa italiana, che prevede 10 giorni di congedo di paternità. Il forte calo demografico e gli stereotipi di genere, per cui la cura del neonato è di esclusivo appannaggio femminile, hanno spinto il gruppo italiano di Nestlé a offrire “una misura concreta rivolta a valorizzare la genitorialità delle persone, anziché costituire una delle cause del divario di genere nel mondo del lavoro“.
“Le iniziative a supporto della genitorialità e dell’abbattimento delle barriere di genere rappresentano da sempre una priorità per Nestlé. Si tratta di due temi assolutamente inscindibili poiché la genitorialità continua a impattare sull’avanzamento di carriera delle donne, rendendo dunque necessario riequilibrare ruoli e compiti nel contesto familiare”, sono le parole di commento di Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del gruppo Nestlé in Italia.
Dopo un anno, nel 2023, i risultati “fanno ben sperare” per Piantoni. Il direttore delle risorse umane di Nestlé in Italia ha riportato che “Il 78 per cento dei neopapà in azienda ha usufruito dell’opportunità e il 100 per cento la consiglierebbe e la riprenderebbe con la nascita di un secondo figlio”.
Come ulteriore testimonianza dell’impegno concreto, nel 2023 l’azienda ha contribuito al pagamento di 27 rette di asilo nido per i figli dei suoi collaboratori, per un ammontare di quasi 75.000 euro, oltre a più di 58.500 euro di prodotti alimentari per la prima infanzia forniti gratuitamente ai neogenitori.
Ulteriore progetto sviluppato e appena lanciato dal Gruppo Nestlé in Italia per genitori, neogenitori e futuri genitori, “Genitori ai primi passi”, un’iniziativa in collaborazione con Unobravo, centro medico di psicologia online a supporto del benessere psicologico delle persone. La collaborazione tra Nestlé e Unobravo ha l’obiettivo di supportare i genitori o neogenitori che ne sentono il bisogno con le prime tre sedute messe a disposizione da Nestlé per coloro che decidono di iniziare un percorso di supporto psicologico dedicato alla genitorialità. Dal sondaggio di Nestlé sviluppato in Italia insieme a Unobravo e con il supporto tecnico della piattaforma YouGov, che ha coinvolto oltre 1100 neo-genitori o persone intenzionate a diventarlo, infatti, è risultato che l’impatto della genitorialità sulla salute mentale è un tema molto importante.
E dopo?
L’impegno di Nestlé non si è limitato al supporto ai neogenitori. Il Campus 90 giorni prevede la possibilità per i dipendenti di avere un centro estivo (Campus aziendale) di sei settimane in cui poter mandare i propri figli durante il periodo estivo.
All’interno della sede di Assago del Gruppo Nestlé in Italia, è stato organizzato un progetto in cui gli educatori dell’Orma, Associazione Sportiva Dilettantistica affiliata Coni, seguono i figli dei lavoratori. La scelta di rivolgersi ad un’associazione affiliata Coni viene spiegata da Piantoni: “La scelta di questo tema è giustificata dal fatto che dopo l’anno scolastico in cui i bambini sono stati maggiormente chiusi e fermi, adesso hanno bisogno di muoversi e uscire. Ma durante il campus verranno trattati anche di altri temi come il rispetto, l’inclusività, l’importanza dell’errore, oltre ai classici giochi di gruppo”.
Il movimento e l’alimentazione sono temi molto rilevanti nella politica di Nestlé in Italia, che ha proposto la guida “Nutripiatto in movimento“. Questo progetto vede la collaborazione dell’Università Campus bio-medico di Roma e SIPPS, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, insieme a Nestlé, nell’ottica di promuovere l’importanza del movimento e della vita attiva. La guida “Nutripiatto in movimento” fornisce infatti consigli nutrizionali in relazione all’attività sportiva e propone ricette di snack bilanciati da consumare prima, dopo e durante l’attività fisica, senza mai dimenticare l’importanza di un’adeguata idratazione.
Nestlé si interessa anche di beneficenza, con donazioni anche verso enti benefici, come Il Banco Alimentare. Solo nel 2023, 41.160 carrelli della spesa (pari a 2mila tonnellate di cibo nel 2023) sono il risultato delle donazioni del gruppo Nestlé, che si aggiungono agli oltre 2 milioni di euro dati direttamente in beneficenza (con un aumento del 65 percento rispetto al 2022).
Il valore sociale generato dalle attività di Nestlé è anche legato all’impegno e alla generosità delle sue persone, che – grazie al pieno sostegno dell’azienda – possono dedicare il proprio tempo a chi ne ha più bisogno. Il volontariato aziendale retribuito rappresenta infatti un importante cardine della responsabilità sociale del Gruppo. Nel 2023 sono stati 90 i dipendenti a svolgere attività di volontariato con un permesso aziendale retribuito e l’azienda punta ad arrivare a 450 persone entro il 2026.
“Gli importanti risultati conseguiti ci spingono a lavorare con ancora più entusiasmo e dedizione, nella convinzione che la nostra crescita come azienda e come individui sia strettamente legata al valore sociale che riusciamo a generare ogni giorno con il nostro lavoro”, afferma Travaglia. Questo è confermato dagli impegni che il Gruppo Nestlé in Italia sta prendendo per il sociale. È un investimento concreto che collega l’azienda con il benessere delle persone, che passa dal supporto alle famiglie, dall’equilibrio tra vita e lavoro, favorendo anche il lavoro ibrido, e supporta anche la tutela della salute psico-fisica dei dipendenti.