Bruxelles – Dannosa per la protezione ambientale e la salvaguardia della salute pubblica. L’organizzazione per la protezione di api e impollinatori nell’Ue BeeLife European Beekeeping Coordination definisce così la proposta del 2023 della Commissione europea sulle cosiddette Nuove tecniche genomiche (Ngt). Nel suo report – intitolato ‘La normativa Ue sugli Ogm consente di raggiungere un elevato livello di protezione ambientale? Panoramica del quadro normativo sugli Ogm e studio del caso degli insetti impollinatori (2024)’ – BeeLife ricorda che, “anche se vecchio”, l’attuale quadro normativo relativo agli organismi geneticamente modificati (Ogm) contiene disposizioni che esprimono l’applicazione del principio di precauzione e meccanismi di sicurezza come la valutazione del rischio ambientale (Era), l’etichettatura obbligatoria, la tracciabilità, le clausole di salvaguardia, l’informazione dei consumatori e i meccanismi di monitoraggio.
A settembre 2021, però, la Commissione ha avviato uno studio di impatto sulla ‘legislazione applicabile alle piante prodotte utilizzando nuove tecniche genomiche’ con lo scopo di “proporre un quadro giuridico applicabile alle piante ottenute mediante mutagenesi mirata e cisgenesi nonché ai prodotti alimentari e mangimi contenenti tali piante“: escludendole dall’attuale legislazione europea in materia. “È quindi comprensibile che molti temano che queste nuove tecniche vengano ‘deregolamentate’ e non siano soggette ai requisiti e ai meccanismi di protezione finora in vigore”, spiega il report. “Se questi meccanismi venissero rimossi per le Ngt, in particolare i requisiti di valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura, anche le informazioni ai consumatori ne risentirebbero. Ciò comporta la perdita della capacità di fare un passo indietro (rimuovere dal mercato), tracciare o limitare i rischi o i danni qualora si verificassero impatti indesiderati dalla coltivazione di piante Ngt”, scrive BeeLife. Inoltre, l’impatto sarebbe considerevole, poiché interesserebbe circa il 95 per cento delle nuove piante geneticamente modificate attualmente in fase di sviluppo.
La Commissione europea ha poi pubblicato la sua proposta di regolamento il 5 luglio 2023 e l’unica menzione che contiene circa il principio di precauzione si trova nel considerando 10 “che afferma solo che ‘il quadro giuridico per gli impianti Ngt dovrebbe condividere gli obiettivi della legislazione dell’Unione sugli Ogm per garantire un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente e il buon funzionamento del mercato interno per le piante e i prodotti interessati, affrontando nel contempo la specificità degli impianti Ngt (…)'”. Inoltre, secondo la proposta, le norme che si applicano agli Ogm non dovrebbero applicarsi ad alcune Ngt, quelle cioè che soddisfano i criteri di equivalenza alle piante convenzionali. Nello specifico, “una pianta Ngt – spiega BeeLife – è considerata equivalente alle piante convenzionali quando non differisce dalla pianta ricevente/parentale per più di 20 modifiche genetiche”. Secondo le Ong ambientaliste, si tratta di un criterio che determina “l’esclusione degli Ogm da tutti i meccanismi di tutela ambientale previsti dall’attuale quadro normativo” e di cui “la Commissione non offre alcuna giustificazione”. Perciò, “la proposta appare quindi arbitraria e priva di basi scientifiche”.
Per queste ragioni, secondo il report, “la proposta rischia di produrre effetti negativi sulla protezione ambientale e sulla salvaguardia della salute pubblica, ampliando le potenziali esenzioni legali nel processo di autorizzazione per alcuni Ogm” e “ridurrebbe o eliminerebbe i requisiti di valutazione del rischio, monitoraggio e gli obblighi per le aziende biotecnologiche di fornire informazioni aggiuntive, come descrizioni dell’ambiente in cui verranno rilasciati gli Ogm e potenziali interazioni con altri organismi viventi”. Inoltre, “a seconda della categoria di Ngt, la deregolamentazione spazierà dal rinnovo delle autorizzazioni per periodi indefiniti a requisiti di etichettatura alleggeriti, liberando i produttori di Ngt dall’introduzione di piani di monitoraggio con le loro richieste di autorizzazione e persino l’esenzione totale dalle normative sugli Ogm”. Infine, “rischia di ridurre l’autonomia degli Stati membri nella gestione dell’introduzione di Ngt nei loro campi, un meccanismo solido ai sensi della legislazione vigente”.
In conclusione, secondo BeeLife, “la proposta minaccia di aumentare i rischi per la salute pubblica e la protezione ecologica e di contrastare gli sforzi di conservazione in corso per proteggere gli impollinatori”.