Bruxelles – Spirale di decrescita per le previsioni sull’export tedesco: meno 6,3 punti a settembre, rispetto ai meno 5,2 del mese precedente. Così risulta dall’Ifo Export Expectation, l’indicatore dell’Istituto Ifo per monitorare e valutare gli sviluppi attuali e futuri del settore delle esportazioni.
“Il settore delle esportazioni sta attraversando una fase di debolezza“, dice Klaus Wohlrabe, responsabile dei sondaggi dell’Istituto Ifo. L’impatto maggiore è sul settore metallurgico e sull’industria automobilistica, con perdite consistenti.
“L’industria si lamenta della mancanza di ordinazioni provenienti dall’estero”, secondo Wohlrable, elemento che conferma la decrescita costante dell’indicatore, già da giugno 2024. Unici settori in crescita sono quelli relativi ai beni alimentari e alle bevande, come si prevede stabilità per l’industria chimica. E’ un dato allarmante, essendo sempre stata l’esportazione il fiore all’occhiello dell’economia tedesca, soprattutto per le industrie manifatturiere.
L’economia tedesca nel suo complesso si sta fermando. La crisi è prima di tutto una crisi strutturale, e anche ciclica, secondo Ifo. La Germania è in difficoltà, ci sono troppi cambiamenti per un sistema che fatica a trovare un ruolo equilibrio. L’istituto di ricerca economica ha sottolineato parallelamente il deterioramento del “clima delle aziende tedesche”, sceso di 1,2 punti da agosto e in calo per il quarto mese consecutivo. “Le aziende si sono dimostrate particolarmente meno soddisfatte dell’attuale situazione economica. L’economia tedesca è sempre più sotto pressione”, spiegano gli esperti di Ifo.
Gli obiettivi europei del Fit for 55, con le conseguenze sul settore delle automotive, i contraccolpi della pandemia, la digitalizzazione, il cambiamento demografico e il ruolo in evoluzione della Cina nei mercati, stanno lasciando la Germania indietro. E il settore delle esportazioni ne paga le conseguenze.