Bruxelles – Libertà di stampa, nuove tensioni tra Italia e Commissione europea. Il rapporto sullo Stato di diritto pubblicato dall’esecutivo comunitario è già stato oggetto di critiche del governo Meloni, per l’immagine offerta del Paese. Dalle fila di Fratelli d’Italia le critiche questa volta per il rapporto pubblicato dall’Mfrr (Media Freedom Rapid Response), meccanismo co-finanziato dall’Unione europea per monitorare e reagire alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell’Ue. Da qui è uscito un rapporto, intitolato ‘la deriva democratica dell’Italia‘, in cui si denuncia una volta di più che che “la libertà di stampa in Italia è minacciata, con un’interferenza politica crescente“.
Una pubblicazione che l’ europarlamentare (Fdi/Ecr) Stefano Cavedagna non gradisce. Denuncia il “contenuto pretestuoso” del rapporto, realizzato a suo giudizio sulla base di “fatti privi di alcun fondamento a danno del governo italiano”, e con “testimonianze di attori istituzionali, membri della società civile e giornalisti in netta opposizione al governo italiano”. Chiede lumi su quelli che implicitamente sono ‘sprechi’, visto che vuole sapere quanto è stato speso per realizzare uno studio molto contestato.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per la Concorrenza, risponde a nome del collegio che il sostegno al Mfrr per l’ultimo biennio (16 luglio 2023- 15 luglio 2025) ammonta complessivamente a 3,1 milioni di euro, e rientra nel programma Europa creativa. Un programma Ue, dunque, concepito con una finalità ben precisa. C’è l’intenzione ben chiara, sottolinea Vestager, di condurre “attività di accertamento dei fatti, monitoraggio, sensibilizzazione e assistenza pratica ai giornalisti oggetto di minacce negli Stati membri e nei paesi candidati, senza una dotazione di bilancio specifica per paese”.
Nel botta e risposta tra parlamentare italiano e commissaria europea si consuma l’ultimo strappo tra Roma Bruxelles in materia di libertà di stampa. Vestager lascia intendere che nessuno è al di sopra di regole né al di monitoraggio, e risponde alle critiche. L’attività di accertamento “è condotta in modo indipendente, senza che la Commissione intervenga su aspetti operativi, come l’assegnazione di fondi per l’elaborazione di una particolare relazione o la selezione dei contributori a una determinata relazione”.