Bruxelles – La sorpresa al Parlamento europeo dopo l’intervento in Aula del premier greco Alexis Tsipras è stato il violentissimo attacco del capogruppo dei popolari, il tedesco Manfred Weber, considerato il braccio di Angela Merkel a Strasburgo. Weber si tiene lontano dalla sostanza delle cose dette da Tsipras, va ben oltre le posizioni di altri popolari illustri come il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk o quello della Commissione Jean-Claude Juncker, ma è molto, molto più duro anche di Merkel. Sembra che ci sia del livore personale quando Weber prende la parola e accusa Tsipras: “Lei sta dividendo l’Europa”, sostenendo anche che “lei non rappresenta la speranza”. L’attacco del popolare è a tutto campo, esprime il suo disprezzo per il referendum di domenica in Grecia e dice al premier che “l’Europa non ha più fiducia in lei”. Va controcorrente Weber e accusa Tsipras del fatto che “gli estremisti a destra e sinistra la congratulano, lei ha gli amici sbagliati”. In Aula per qualche momento succede il finimondo, con i deputati del Ppe (alcuni con l’aria poco convinta) che difendono il loro presidente mentre tanti altri lo fischiano e gli urlano contro.
Parla poi Gianni Pittella, leader dei socialisti ed esordisce con tutto un altro tono: “L’Europa senza la Grecia non esiste”, dice, e aggiunge “non agli estremismi, alla Varoufakis, alla Weber, Schaeuble”. Pittella sostiene di vedere “ora un’aria positiva”, e che “un accordo è possibile”, e sostiene che sia necessario offrire alla Grecia un prestito ponte “e si deve anche affrontare la questione del debito”. Guy Verhofstadt, capogruppo liberale, parla agitandosi molto, ed offre anche il suo aiuto personale a Tsipras per riformare la Grecia, ma attacca il premier: “Lei parla di riforme – dice – ma non vediamo mai proposte concrete. In Grecia ancora sopravvivono molti privilegi – accusa poi – e a lei alcuni di questi piacciono, come il finanziamento pubblico ai partiti o la nomina di 12 direttori di Syriza su 13 al ministero della Pubblica istruzione”. Anche la verde Rebecca Harm chiede conto a Tsipras delle riforme che proporrà: “Speravo che lei oggi ci avrebbe detto cosa intente fare su fisco, pensioni, sanità..”. Ma non è conflittuale né polemica la tedesca, e alla fine fa “tanti auguri” a Tsipras. Elisabetta Gardini, capo delegazione di Forza Italia, attacca anche lei Tsipras e dice che “le sue colpe lepagheranno i cittadini greci e quelli europei. Lei deve cambiare passo – ammonisce – e deve venire qui con riforme concrete. Insieme la strada la troviamo”. Patrizia Toia, capo delegazione del Pd, anche lei invita Tsipras “a dare la prova inoppugnabile che vuole una soluzione concreta. Fughi i dubbi – dice – sulle sue intenzioni finali”. Noi, dice Toia, “non vogliamo gettare la spugna, sentiamo la responsabilità storica del momento, che è di tutta l’Unione ma è anche sua, presidente Tsipras”. Poi Toia si sposta su un piano più generale, e dice che “l’integrazione europea è andata a singhiozzo e i vertici bilaterali non aiutano in questo senso. Dobbiamo – conclude – riprendere tutti insieme la sfida dell’Europa”.
Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, si rivolge ai leade europei e ai suoi colleghi: “Sappiate ascoltare quel che hanno detto i greci domenica scorsa – dice-. Vorrei ringraziarli per aver portato avanti meglio di chiuanque altro la bandiera dell’Europa, che non sarà distrutta perché i cittadini chiedono la fine delle politiche di austerità, ma a distruggerla è il totalitarismo finanziario e la preponderanza della Germania”. Riferendosi poi alle elezioni spagnole di novembre dice al premier greco: “Alexis, il 2015 è l’anno del cambiamento, e saremo più forti”.
Tocca poi ai “nemici dell’euro”. Parla prima Nigel Farage, per ribadire il concetto che gli è caro sull’Europa “che sta morendo”. Anche lui arriva a dire che l’attacco di Weber a Tsipras è stato “disgustoso”, e conclude, come atteso, invitando la Grecia a “uscire dall’euro. Con l’aiuto degli amici che avete in tutto il mondo ce la farete”, sostiene. Marine Le Pen giunge alle stesse conclusioni e dice a Tsipras che “non potrà sottrarre il suo popolo all’austerità se non uscirete dall’euro. Dovete farlo – ammonisce – e dimostrerete che si può farcela meglio senza la moneta unica”. Sulla stessa linea il leader della Lega Matteo Salvini, che ringrazia Tsipras per il referendum e prevede “che presto ce ne saranno altri che bocceranno le scelte idiote dell’Europa”. Fabio Massimo Castaldo, portavoce 5 Stelle, accusa l’Europa di “aver salvato le banche e non i cittadini”, e invita Tsipras ” a non farsi intimorire dalle banche”.