Bruxelles – La Commissione europea ha dichiarato che “continuerà a monitorare da vicino” lo stato di salute del panorama mediatico italiano, soprattutto negli ambiti evidenziati nell’ultima indagine sullo Stato di diritto. Lo ha reso noto Věra Jourová, vicepresidente responsabile delle politiche sui Valori e la trasparenza, in risposta ad una lettera recapitatale dal Movimento europeo internazionale (Emi) lo scorso luglio. L’organizzazione, insieme ad altre sigle del mondo dell’informazione, aveva sollevato la preoccupazione che la libertà dei media nel Belpaese si stesse deteriorando ad un ritmo accelerato dopo l’ascesa al potere del governo di destra guidato da Giorgia Meloni.
Poco prima della pubblicazione del rapporto sullo Stato di diritto, uscito lo scorso 24 luglio, l’Emi e altre organizzazioni attive nel settore giornalistico e nella tutela della libertà e del pluralismo dell’informazione in Europa – la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), la Federazione europea dei giornalisti (Efj), la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), l’Istituto per la diversità dei media (Mdi global) e l’Osservatorio Balcani-Caucaso Transeuropa – avevano chiesto all’esecutivo comunitario di avviare un’indagine sulla salute del panorama informativo italiano, adducendo una serie di criticità tra cui la percepita perdita d’indipendenza della Rai, l’aumento delle cosiddette querele temerarie contro i giornalisti (che in inglese si indicano con l’acronimo Slapp) e l’acquisizione di Agi da parte di Tosinvest. Si trattava della seconda missiva che l’Emi inviava alla commissaria nell’arco di un paio di mesi, dopo quella del 22 maggio.
La risposta di Jourová, pubblicata su X dall’Emi giovedì (12 settembre), getta per il momento acqua sul fuoco. La Commissione ha rimandato al rapporto di luglio, dove erano già state evidenziate da Bruxelles una serie di problematiche irrisolte nel Paese per quanto riguarda soprattutto il sistema giudiziario e il mondo dell’editoria e dell’informazione. Secondo la vicepresidente, inoltre, “in Italia sono in vigore delle regole sulla protezione del pluralismo mediatico nel caso di concentrazioni del mercato dei media che consentirebbero ai regolatori mediatici nazionali competenti di valutare la transazione che concerne Agi, se questa si materializza”.
La Commissione “continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi e a dialogare con le autorità italiane”, soprattutto per quanto riguarda l’implementazione delle raccomandazioni del rapporto sullo Stato di diritto e l’attuazione del Media freedom act, il nuovo regolamento per tutelare la libertà dell’informazione in Ue che verrà applicato nella sua totalità a partire dal 2025 ma in alcune sue parti già dal prossimo novembre.