Bruxelles – Aperta alla firma la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante per far sì che i sistemi di IA siano coerenti con il rispetto dei principi fondamentali delle società democratiche. I primi firmatari, durante una conferenza ministeriale del Consiglio d’Europa a Vilnius, Andorra, Georgia, Islanda, Norvegia, Repubblica di Moldova, San Marino, Regno Unito, Israele, Stati Uniti d’America e Unione Europea.
Sulla scia di quanto fatto a Bruxelles, dove ad agosto è entrata in vigore la legge europea sull’intelligenza artificiale, il trattato fornisce un quadro giuridico che copre l’intero ciclo di vita dei sistemi di IA, ne promuove il progresso e l’innovazione, gestendo al contempo i rischi che essa può comportare per i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. A firmare la Convenzione per l’Unione europea, la vicepresidente della Commissione responsabile per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová. “La legge europea sull’intelligenza artificiale diventa globale”, ha esultato con un post su X Ursula von der Leyen, sottolineando l’impronta europea del trattato.
“In linea con la nostra legge sull’intelligenza artificiale, esso fornisce un approccio comune per un’intelligenza artificiale affidabile e innovativa, compatibile con i valori democratici. L’Ue continuerà a promuovere l’innovazione al servizio delle persone”, ha aggiunto von der Leyen. La Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha commentato: “Mi auguro che queste siano le prime di molte firme e che siano seguite rapidamente dalle ratifiche, in modo che il trattato possa entrare in vigore il prima possibile”.
La Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui cinque firmatari, tra cui almeno tre Stati membri del Consiglio d’Europa, lo avranno ratificato. Tutti i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia e i diritti umani con sede a Strasburgo, hanno negoziato la stesura del trattato, insieme a 11 Stati non membri (Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Santa Sede, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti d’America e Uruguay). Rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico hanno contribuito come osservatori.
“Dobbiamo fare in modo che l’ascesa dell’IA sostenga i nostri standard, anziché minarli. La Convenzione quadro è stata concepita per garantire proprio questo. È un testo forte ed equilibrato, frutto dell’approccio aperto e inclusivo con cui è stato redatto e che ha garantito che beneficiasse di prospettive multiple ed esperte. La Convenzione quadro è un trattato aperto con una portata potenzialmente globale”, ha concluso Pejčinović Burić.