Le statistiche sono fatte male, ma non importa, per la Direzione Comunicazione della Commissione europea non è questo ciò che conta. A Bruxelles si racconta di una surreale riunione ieri tra Eurostat, esperti statistici della Commissione e Dg Comunicazione. Il tema in discussione era l’Eurbarometro, quelle rilevazioni estemporanee sui temi più diversi che la Commissione chiede ogni tanto, prima di operare scelte o, forse più spesso, per convincere che le scelte fatte o che si vogliono fare sono quelle che i cittadini o le imprese si aspettano.
Queste indagini non sono condotte da Eurostat, organismo pubblico e “certificato”,sono commissionate all’esterno a dei privati (sembra che sia un club molto ristretto) e costano anche tanto, se non altro perché devono essere condotte in 27 Paesi ed in ventitré lingue diverse. Però sono fatte male, in maniera approssimativa e difficilmente verificabili, spiega una persona presente all’incontro. Insomma, dopo aver fatto il diavolo a quattro perché la Grecia falsificava i dati statistici sui suoi conti, la Commissione fa lo stesso? Le cifre, è stato chiarito ieri mattina, “non sono attendibili”, un po’ come le rilevazioni fatte in Francia nel 2004, un anno prima del referendum nel quale fu bocciata la Costituzione europea, secondo le quali l’89% dei francesi era favorevoli al testo… Una stima “che lascia da pensare, uno spostamento di oltre il 30% in un anno è piuttosto strano”, spiega un’esperta. Durante la riunione si racconta che si è tentato di coinvolgere Eurostat, ma l’Ufficio statistico comunitario ha detto di non essere in grado di effettuare le analisi per Eurobarometro, per mancanza di mezzi, che invece evidentemente hanno le società priovate. La Dg Comunicazione non ha fatto una piega “per noi va bene anche così”, hanno detto.
La questione è che queste ditte che hanno in appalto le rilevazioni usano sistemi poco chiari secondo i tecnici Ue, dai quali risulta, ad esempio, che il 70% degli intervistati circa il mercato delle automobili nuove a Malta sono donne. Statisticamente il dato è bizzarro, viene spiegato, il 70% sono un po’ troppe, è una cifra che fa venire il dubbio che la rilevazione sia stata fatta intervistando la prima persona che risponde al telefono di casa (magari in orario di lavoro, quando chi produce il maggior reddito non c’è), senza indagare su chi sia. E’ difficile pensare che le donne maltesi, praticamente tutte, giovani, anziane, lavoratrici, pensionate, siano all’interno del nucleo familiare la persona che decide questo tipo di acquisto. Il guaio è che poi in realtà non si sa neanche bene chi siano queste donne, che età abbiano, che mestiere fanno, su che reddito possono contare, perché questi dati non sono comunicati, sempre che siano rilevati. Un dipendente comunitario spiega anche che spesso non si sa esattamente quanta gente e chi siano coloro che hanno risposto ai sondaggi. Una bella tranquillità per i cittadini.
L.R. ©Eunews.it