Bruxelles – Il tribunale russo di Ekaterinburg ha condannato Evan Gershkovich, giornalista statunitense accusato di spionaggio dal Cremlino, a 16 anni di carcere. L’ultima volta di un giornalista americano dietro le sbarre in Russia era il 1986, c’erano ancora il muro di Berlino e la divisione del mondo in due blocchi. Ferma condanna dall’Ue: “La Russia usa il suo sistema legale politicizzato per punire il giornalismo“, ha commentato l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell.
Gershkovich era stato fermato dai servizi segreti russi nel marzo del 2023, mentre cercava di ricostruire alcune operazioni del gruppo militare parastatale Wagner. Da allora, è stato rinchiuso in detenzione preventiva nel carcere di Lefortovo, a Mosca. Oggi (19 luglio) il processo, rigorosamente a porte chiuse, che ha sancito la colpevolezza dell’inviato in Russia per il Wall Street Journal.
The EU strongly condemns the 16-year prison sentence for @evangershkovich.
Russia uses its politicised legal system to punish journalism.
The EU calls to #FreeEvan and all other political prisoners.
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) July 19, 2024