dall’inviato a Strasburgo – Alla prova del voto al Parlamento Europeo, Ursula von der Leyen non fallisce. Sarà lei la presidente della Commissione Europea per altri cinque anni, eguagliando il record del socialista francese Jacques Delors (1985-1995) e del popolare José Barroso (2004-2014) nel guidare l’esecutivo dell’Unione per due mandati consecutivi. Dopo la nomina del Consiglio Europeo lo scorso 27 giugno per succedere a se stessa, la presidente uscente della Commissione Europea ha trovato la conferma al decisivo voto di oggi (18 luglio) alla sessione plenaria dell’Aula di Strasburgo, che con 401 voti a favore (284 contrari, 15 gli astenuti) ha dato il via libera al prosieguo della permanenza di von der Leyen al Berlaymont.
Dopo il discorso programmatico di von der Leyen tracciato in quasi un’ora di intervento questa mattina davanti ai 720 eurodeputati, nei corridoi della sede di Strasburgo del Parlamento Ue era già iniziato a emergere un certo ottimismo sulle chance di conferma della numero uno della Commissione Europea uscente, candidata della famiglia politica dei popolari a portare avanti la sua leadership iniziata nel 2019. In particolare considerate le dichiarazioni di voto – espresse prima dell’apertura delle urne alle ore 13 – non solo dei gruppi centristi che hanno sostenuto la maggioranza negli ultimi cinque anni (Partito Popolare Europeo, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, Renew Europe), ma anche del gruppo dei Verdi/Ale, che con i suoi 53 membri ha blindato il sostegno del Parlamento Ue a von der Leyen.
Senza aperture alla destra dei Conservatori e Riformisti Europei che ha rassicurato socialdemocratici e liberali, l’unica incognita che fino all’ultimo secondo ha tenuto con il fiato sospeso è ruotata attorno a una possibile emorragia di voti dell’ala più a destra dei suoi stessi popolari. Ma il conto dei contrari (284) e astenuti (15) – esclusi gli 84 di Patrioti per l’Europa, i 46 della Sinistra, i 25 di Europa delle Nazioni Sovrane e i 33 non iscritti (per la maggior parte non favorevoli), oltre a un numero non meglio definito dei 78 membri della destra conservatrice (andata in ordine sparso) – mostra che il numero di franchi tiratori si è fermato a 53 eurodeputati della maggioranza centrista-Verdi. Se tutti e quattro i gruppi avessero votato compatti, la conferma sarebbe arrivata con 454 voti, ma la soglia minima fissata oggi a 360 (su 719 insediati, manca all’appello solo l’indipendentista catalano Antoni Comín) è stata comunque abbondantemente superata con 41 voti sopra la soglia minima e, dati alla mano, nell’irrilevanza del voto contrario (arrivato all’ultimo) del partito di Giorgia Meloni ai fini della conferma di von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea.
“Non so come esprimere quanto sono grata per la fiducia di tutti gli eurodeputati che hanno votato per me”, sono state le prime parole alla stampa della presidente della Commissione rieletta, ancora emozionata dopo il lungo applauso riservatole dalla maggioranza dell’Aula di Strasburgo. “L’ultima volta ho avuto 8 voti sopra la maggioranza, questa volta 41, lancia anche un messaggio di fiducia e testimonia il lavoro che abbiamo fatto insieme al Parlamento“, è la rivendicazione di quanto realizzato negli ultimi cinque anni al Berlaymont. “Lavorerò il più intensamente e al meglio possibile con coloro che mi hanno sostenuta, di fatto si tratta di tutti partiti pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto“, vale a dire la piattaforma Ppe-S&D-Renew Europe più l’aggiunta dei Verdi, che la presidente rieletta ha voluto ringraziare esplicitamente: “Abbiamo avuto scambi intensi su tutti i temi e sono molto grata che alla fine abbiano deciso di sostenermi”.
A questo punto, portata a casa la conferma alla presidenza, von der Leyen guarda già al duro lavoro che ancora la aspetta, in vista della formazione della sua nuova squadra di commissari e commissarie: “Nelle prossime settimane chiederò agli Stati membri di proporre i candidati commissari, un uomo e una donna“. Dopodiché “li ascolterò a metà agosto”, con già alcune certezze sugli standard per la formazione della nuova Commissione: “Voglio scegliere i migliori che condividono l’impegno europeo e ci sarà parità [di genere, ndr] in termini di numeri“, ha anticipato von der Leyen alla fine del suo primo (nuovo) giorno da presidente dell’esecutivo dell’Unione Europea.