Bruxelles – La Commissione europea ha iniziato a ragionare su una possibile revisione del regolamento di Dublino, il trattato dell’Ue secondo cui spetta al primo Paese di arrivo trattare la domanda di asilo di un migrante. Allo stato attuale, rivelano fonti comunitarie, non c’è ancora alcun progetto preciso, ma l’esecutivo comunitario ha comunque avviato il proprio ragionamento. Non si tratta di qualcosa né di semplice né di immediato, ma assicurano che “la Commissione sta cercando di cambiare il regolamento di Dublino”. Per ora “non è chiaro come la Commissione intenda intervenire, in che direzione proporre le modifiche”, ma il ragionamento è cominciato. Sarà la pressione migratoria o l’emergere di un caso ungherese che rischia di rompere gli equilibri interni all’Ue, fatto sta che gli uomini di Jean-Claude Juncker hanno aperto il dossier. Per dei risultati concreti bisogna attendere, anche perchè sul tavolo c’è altro.
Entro fine luglio l’Ue dovrà sciogliere i quattro nodi dell’agenda per l’immigrazione. Distribuzione dei 40.000 rifugiati tra gli Stati membri, realizzazione della mappa dei centri di smistamento dei migranti (hotspot) e loro operatività, prime attività di rimpatrio da parte di Frontex, redazione della lista dei Paesi di origine per il rimpatrio dei migranti. Queste le quattro priorità a cui dovrà essere data attuazione nel giro di un mese. Non è dunque un caso se la modifica del regolamento di Dublino “al momento non è ufficilamente sul tavolo”, sottolineano a Bruxelles. Anche perché, a quanto pare, il vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi Ue produrrà un accordo politico di principio da riempire. Il come dare corpo al principio di solidarietà non è chiaro, e i prossimi trenta giorni dovranno servire per dare sostanza all’accordo di principio in arrico.