Roma – Il sistema Ets relativo allo scambio di quote per le emissioni di CO2 “non è ancora perfetto”. Il commissario europeo per l’Azione climatica e l’Energia, Miguel Arias Cañete, intervenendo in audizione alla Camera dei Deputati non nasconde le criticità legate al meccanismo dell’Ue. Tuttavia, non è favorevole a sostituirlo con una ‘carbon tax’, una tassa sui prodotti parametrata alla quota di CO2 liberata in ambiente nella fase di produzione. “La Commissione ritiene che tale strumento comporti numerosi problemi – spiega lo spagnolo – in particolar modo riguardo alla sua applicazione”. Risulterebbe infatti “difficile determinare il contenuto di anidride carbonica dei prodotti importati”, precisa, senza contare che “dovrebbero comunque essere rispettate le regole del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio)”.
Dunque, è ancora sull’Ets che si punta “per dare un prezzo alla CO2”. Secondo Cañete, però, il sistema che già è stato migliorato “con l’accordo sulla riserva per la stabilità del mercato” – meccanismo che riduce le quote in circolazione per non farne calare eccessivamente il prezzo – necessita di una riforma. Il commissario la presenterà all’interno del pacchetto per il mercato interno dell’energia, che verrà varato dalla Commissione il prossimo 15 luglio, annuncia. L’orientamento di Berlaymont è quello di “dare diritti gratuiti ai settori che davvero corrono il rischio della delocalizzazione industriale”, e che perderebbero quote di mercato se costretti ad aumentare i prezzi per coprire i costi dei permessi.
Riguardo al mercato interno, un fattore distorsivo è costituito dalle tariffe agevolate per i soggetti vulnerabili, ritiene Cañete, il quale annuncia l’intenzione di spingere per “l’eliminazione delle tariffe che risultano inferiori al costo di produzione”. È convinto che si debba “armonizzare a livello europeo” la questione dell’accesso all’energia per le fasce più deboli, garantendo comunque l’accesso a tutti perché “è un diritto”. Tuttavia propone di valutare se non sia il caso di affidare il compito alle politiche sociali invece che farlo pesare sulle tariffe.
Cañete annuncia poi una comunicazione sul mercato al dettaglio, “che vedrà come protagonisti i consumatori”. L’obiettivo è una maggiore trasparenza sulle tariffe e lo stimolo per lo sviluppo di reti intelligenti, per dare “risposta a un mercato nel quale la demarcazione tra consumatori e produttori è destinata a diventare sempre più sfumata”.
Un altro provvedimento in arrivo riguarda l’aggiornamento della direttiva sull’etichettatura energetica. Con l’idea di “semplificare il sistema”, il commissario propone di “rimuovere le tre classi A+, A++ e A+++” perché “confondono” chi acquista apparecchi elettrici. Più semplice, ritiene, “tornare alle classi da A a G” contraddistinte da colori diversi.
Sul fronte del risparmio energetico, altro tassello dell’Unione dell’energia, il commissario indica nell’edilizia “il giacimento più grande”, sottolineando il “problema che l’ammodernamento riguarda meno del 2% del patrimonio edilizio all’anno”. Per incentivarlo, “la commissione auspica la creazione di nuove forme di finanziamento”. Quelle attuali, secondo l’esponente dell’esecutivo comunitario, “sono pensati per grandi progetti”, quindi non vanno bene per la riqualificazione degli edifici basata “spesso su progetti piccoli”.
Infine, esprimendo apprezzamento per il contributo che l’Italia sta dando al dibattito, affronta il tema della conferenza Onu di Parigi sui cambiamenti climatici. Si dice “convinto che mai come oggi ci siano le condizioni per chiudere un accordo storico per cambiare le sorti del Pianeta”. Poi indica l’obiettivo che sarà perseguito dall’Ue alla Cop 21: raggiungere una intesa “giuridicamente vincolante per tutti i sottoscrittori”, con target “equi ma ambiziosi”, che preveda “revisioni regolari” per adeguare gli obiettivi ai progressi di volta in volta registrati e, infine, che abbia definite “regole di rendicontazione”.