Bruxelles – Inizia questa sera la stagione negoziale tra Unione europea e Regno Unito in vista del referendum che si terrà nell’Isola entro il 2017 per stabilire se i britannici resteranno o meno nell’Unione. E’ una prima totale, mai si è posto un dibattito del genere nell’Unione europea, mai uno Stato ha messo sul tavolo la sua possibile uscita dal consesso.
Dopo il dibattito e la cena sulla questione immigrazione, se non ci saranno scontri particolari con il digestivo arriverà il discorso del premier David Cameron, con il quale formalmente sarà aperto il confronto. I britannici tengono a far rimarcare che dopo le recenti elezioni politiche quello che siede tra i premier e i capi di Stato europei non è lo stesso Cameron dell’ultimo summit, “è importante tener presente – spiega un diplomatico a Bruxelles – che a Londra ora c’è un nuovo governo, non più di coalizione, ma un monocolore conservatore”. Vuol dire che Cameron è più forte in sella e che non deve più neanche formalmente mediare con gli ex alleati liberali, molto più filo europei dei conservatori.
Il premier, a ieri, aveva già incontrato bilateralmente venti colleghi dell’Unione, e “a breve”, forse già tra oggi e domani, incontrerà gli altri sette. Naturalmente ha visto anche il presidente della Commissione europea, quello del Consiglio e quello del Parlamento. Questa sera, spiega un diplomatico europeo molto vicino al dossier, “sarà soltanto lanciato il processo, che durerà molti mesi, ma non si terrà una discussione di dettaglio”. Dopo tutti i suoi incontri bilaterali Cameron “non ha nulla da dire collettivamente ai suoi colleghi più di quanto gli abbia detto a tu per tu”, spiega la fonte. Dunque il primo ministro ribadirà i punti in discussione e illustrerà la legge che prevede la celebrazione del referendum “entro la fine del 2017”. Ma non scenderà in troppi dettagli, ribadiscono fonti diplomatiche, anche per non rischiare di imprigionarsi in una posizione che non gli permetta poi flessibilità negoziale. La bozza di conclusioni del Consiglio al punto che riguarda questo tema ha solo due righe, nelle quali si spiega che Cameron ha fatto la sua illustrazione e che si tornerà sulla questione a dicembre.
I temi “sui quali c’è molto lavoro di dettaglio ancora da fare”, dice il diplomatico, sono noti: competitività e mercato unico, agenda di “lealtà” nei rapporti e nel peso tra chi fa parte dell’euro e chi no, la sovranità in un’Unione che diventa sempre più forte, stato sociale e migrazioni. “Cameron ha spiegato la sua posizione a tutti i colleghi che ha incontrato”, ripete la fonte, dunque le posizioni di partenza sono chiare.
L’Unione si prepara a rispondere. I massimi responsabili politici del negoziato saranno il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il vice presidente della Commissione Frans Timmermans, che ha avuto una specifica delega da Jean-Claude Juncker. I britannici insistono sul fatto che la questione va trattata al più alto livello politico, che il ruolo dei “tecnici” sarà solo accessorio, ma sarà comunque necessario anche quello, e dunque la Commissione ha scelto uno dei suoi migliori dirigenti come responsabile del negoziato tecnico. Sarà il sessantenne Jonathan Faull, da quasi quaranta anni in Commissione, dove ha fatto una brillante carriera (è stato anche capo del servizio del portavoce durante la presidenza di Romano Prodi) ed attualmente è il Direttore generale del Mercato interno. Dal primo settembre assumerà il nuovo incarico, da convinto pro europeo, pur se britannico.