Roma – “Faremo di tutto per raggiungere un accordo prima della scadenza del mandato di Obama”. Il commissario europeo al Commercio, Cecilia Malmstrom, rinnova l’impegno della Commissione ad accelerare sulla firma del trattato di libero scambio tra Europa e Stati uniti, con l’intenzione di ottenere il risultato prima che la campagna per le elezioni presidenziali Usa comprometta, forse in maniera definitiva, la sottoscrizione di una intesa.
Nelle scorse settimane si erano registrate delle battute d’arresto, con il rinvio del voto sulla relazione Lange da parte del Parlamento europeo e la bocciatura del Faster act – la delega al presidente Usa per siglare accordi commerciali senza che il Congresso li possa modificare prima di decidere se ratificarli o meno – a Washington. Ma dal convegno sul Ttip organizzato presso la residenza dell’ambasciatore britannico a Roma, al quale oltre a Malmstrom hanno partecipato l’eurodeputata Alessia Mosca e il viceministro allo Sviluppo economico Giacomo Calenda, emerge ottimismo.
Sul fronte di Strasburgo, Mosca è costretta a registrare che “queste settimane sono le più calde di un dibattito forte” che sta impegnando i deputati europei, ma ritiene si possa “riuscire ad approvare entro luglio la risoluzione” dell’Europarlamento sul Ttip. Sul versante statunitense, è l’esponente dell’esecutivo europeo a dirsi convinta che “prima della pausa estiva il presidente Obama riceverà il mandato” per la sottoscirzione accelerata degli accordi commerciali (in ballo c’è anche quello trans Pacifico, il Tpp). Se non sarà così, ammette, diventerà più difficile portare avanti il negoziato. Sul raggiungimento di una intesa tra Ue e Usa, prosegue Malmstrom, “rimangono difficoltà in merito agli appalti pubblici, all’energia e al riconoscimento delle indicazioni geografiche”. Non proprio questioni irrilevanti, dunque.
Così come non è irrilevante l’opposizione che continua a manifestarsi contro la firma del trattato. Non solo da parte delle organizzazioni aderenti alla campagna Stop Ttip, che in occasione del convegno hanno diffuso un documento per contestare vari aspetti della posizione della Commissione Ue, ma anche da parte dei sindacati. Due esponenti di Cgil e Uil, intervenendo, esprimono perplessità soprattutto in merito all’Isds (l’arbitrato internazionale per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stati). Si tratta di un meccanismo che la stessa Malmstrom definisce “obsoleto”. Secondo il commissario “è necessario riformare l’Isds con un sistema che sia più trasparente, sul modello delle Corti di giustizia”. Su questo la Commissione è “pronta a discutere”, ma rimane della convinzione che una qualche clausola per la salvaguardia degli investimenti vada inserita nel trattato, in attesa che “si arrivi all’istituzione di un tribunale internazionale” per questo tipo di controversie.