Bruxelles – Un Piano d’azione sull’elettrificazione entro i primi 100 giorni del mandato. E’ quanto chiede Eurelectric, federazione dell’industria europea dell’elettricità, alla nuova Commissione europea per sostenere la diffusione dell’elettricità dato che, a fronte di un aumento della quota di rinnovabili nella produzione, la domanda è bassa.
L’associazione ha pubblicato oggi (lunedì primo luglio) i dati della sua piattaforma, Elda, da cui emerge che il 74 per cento dell’elettricità prodotta nell’Ue nella prima metà del 2024 è arrivata da fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. “Un aumento significativo rispetto alla quota del 68 per cento del 2023” da attribuire, secondo Eurelectric, all’afflusso senza precedenti di energie rinnovabili sulla rete insieme alla stabilizzazione della flotta nucleare. “Il ritmo del cambiamento è impressionante. Questi dati documentano che gli sforzi di decarbonizzazione delle aziende elettriche sono anni avanti rispetto a qualsiasi altro settore”, ha affermato il segretario generale di Eurelectric, Kristian Ruby.
Di segno opposto è invece la domanda di elettricità che, nella prima metà del 2023, è diminuita del 3,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022 e ha continuato a rimanere bassa nel 2024, inferiore del 2,6 per cento rispetto al primo semestre del 2022. Le ragioni secondo Eurelectric sono la delocalizzazione dell’industria all’estero, le temperature più calde, il risparmio energetico e una crescita economica lenta. “Anni di stagnazione della domanda elettrica si sono ora trasformati in un calo regolare. I politici devono sostenere con urgenza la diffusione dell’elettricità per fornire i necessari segnali di investimento per la generazione pulita”, ha aggiunto Kristian Ruby.
Per farlo, Eurelectric chiede alla nuova Commissione di proporre un Piano d’azione sull’elettrificazione entro i primi 100 giorni del suo mandato, con un obiettivo indicativo del 35 per cento per il 2030 e un chiaro indicatore di elettrificazione da introdurre nei Piani nazionali per l’energia e il clima (Pnec) dei Paesi Ue per monitorare e realizzare i progressi sul campo. Secondo la federazione, “l’inazione potrebbe comportare il mancato raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Ue, la riduzione della produzione rinnovabile e il rallentamento degli investimenti nel settore trainante della transizione energetica”.
Inoltre, i decisori politici devono “continuare gli sforzi per alleggerire il prezzo dell’elettricità da tasse e imposte per creare condizioni economiche favorevoli affinché i consumatori possano abbandonare i vettori energetici a maggiore intensità di carbonio” e “aumentare la consapevolezza del potenziale di risparmio sui costi dell’elettricità: riconoscere che la nostra esposizione alle volatili importazioni di combustibili fossili da fonti esterne comporta costi enormi ma evitabili. L’impatto positivo dell’elettrificazione su larga scala con produzione di energia domestica pulita sulla sicurezza dell’approvvigionamento dovrebbe essere debitamente considerato come un risparmio a medio e lungo termine, piuttosto che una semplice spesa”.