Bruxelles – Il regime italiano di gestione del demanio costiero non va. Le concessioni balneari vanno abolite, e sostituite da un nuovo sistema di assegnazione che sia utile alla concorrenza e rispettoso delle normative Ue in materia e, soprattutto, utile allo stato di bilancio. Perché, quando si analizza il sistema di tassazione nazionale e gli introiti per le casse dello Stato, “si osservano significative perdite di entrate in relazione alle concessioni pubbliche, comprese le spiagge“.
Un passaggio breve, una riga appena contenuta nel documento di accompagnamento alle raccomandazioni specifiche per Paese che la Commissione europea ha presentato insieme all’intero pacchetto economico che comprende anche le procedure per deficit eccessivo, avviata anche nei confronti dello Stivale. I servizi dell’esecutivo comunitario la incastonano nel più sostanzioso capitolo relativo alla situazione fiscale, ed è qui che si torna a fare pressioni sul governo affinché si cambi rotta. La Commissione, nel dire che ci sono “perdite significative” per l’Erario tricolore in relazione alle concessioni, sta dicendo che si sta di fatto applicando un prezzo di favore, che lede concorrenza e finanze pubbliche.
Da Bruxelles giunge un avviso politico a metà tra l’avvertimento, nuovo, e il pro-memoria, di nuovo. Sull’Italia pende la decisione che proprio la Commissione europea deve prendere in materia di concessioni balneari. La multa fin qui è stata solo rinviata per ragioni di comodità politico-elettorale e potrebbe essere tenuta in sospesa ancora per un po’, ma alla fine il responso arriverà. Si chiede all’Italia di adoperarsi per evitare uno scontro aperto, quando sarà il momento.
Più di questo a Bruxelles non possono fare. Si sta concedendo più tempo di quanto ci si potesse attendere. Un ‘regalo’ a Giorgia Meloni e al suo governo, a cui venire incontro ancor di più appare oggettivamente difficile. Ci sono due sentenze della Corte di giustizia dell’Ue (emesse rispettivamente il 14 luglio 2016 e il 20 aprile 2023) a cui va data esecuzione, e una procedura d’infrazione. Troppo, per poter continuare a chiudere un occhio.
Così come si fa fatica a chiudere un occhio alla flat-tax tanto cara alla componente leghista del governo. Il documento tecnico della Commissione mette nero su bianco che “l’estensione dei regimi fiscali forfettari, anche per i lavoratori autonomi, peggiora l’equità orizzontale e l’efficienza del sistema fiscale riducendo la redistribuzione, favorendo specifiche categorie di contribuenti e disincentivando la crescita delle imprese”. Un altro avvertimento. Anche questo, come nel caso delle concessioni balneari, non nuovo.