Bruxelles – Un monumento distintivo del Belgio sta perdendo i pezzi: la birra non va più di moda e il consumo è crollato, sia nel Paese sia nelle esportazioni.
Secondo un nuovo rapporto della Federazione belga dell’industria birraria, le esportazioni di birra sono calate drasticamente nel 2023. L’inflazione, la crisi del potere d’acquisto e la carenza di personale sarebbero alla base di queste cifre deludenti, spiega l’agenzia Belga.
Dopo l’epidemia del 2020, che ha avuto un impatto enorme sull’industria della birra, il 2021 e il 2022 sono stati gli anni della ripresa per il consumo di birra. Nel 2023, tuttavia, le cifre hanno ricominciato a scendere. In quell’anno, il consumo nel regno è sceso del 5,8 per cento a 6,5 milioni di ettolitri di birra (che vuol dire 60 litri a testa per ogni belga, neonati compresi).
Il calo fa parte di una diminuzione complessiva del consumo di birra che dura da oltre 20 anni. Questa volta, però, la differenza è che il calo della domanda interna non può più essere compensato dal boom delle esportazioni. Le esportazioni sono diminuite per il quarto anno consecutivo, registrando subito il calo maggiore di sempre: meno 7,5 per cento, a 15 milioni di ettolitri. Un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente. A risentirne sono state soprattutto le esportazioni verso i Paesi extraeuropei.
Secondo la federazione di settore dei produttori di birra belgi, il calo delle esportazioni è dovuto alla forte riduzione della competitività, ad esempio a causa dell’aumento dei costi salariali ed energetici. Ciò, sostengono, rende difficile rimanere competitivi di fronte alla crescita dell’offerta locale nei Paesi di esportazione. Secondo i produttori di birra, anche il cambiamento del modello di consumo gioca a sfavore delle esportazioni.