Bruxelles – A pochi giorni dal summit per la pace di Lucerna, in Svizzera, va in scena a Berlino la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina. Ospiti del cancelliere tedesco Olof Scholz, la presidente uscente – e candidata alla rielezione – della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente ucraino Volodymir Zelensky. La leader Ue mette sul piatto l’erogazione di 1,9 miliardi dal Fondo di assistenza per l’Ucraina entro fine mese e lo sblocco dei profitti generati dagli asset russi congelati entro luglio.
In totale 3,4 miliardi di euro – i proventi dei beni russi sono stimati a 1,5 miliardi per il 2024 – nel prossimo mese e mezzo. Von der Leyen ha annunciato anche la firma dei “primi accordi per un valore di 1,4 miliardi di euro con le nostre banche partner, per attrarre investimenti dal settore privato” per la ricostruzione dell’Ucraina. Dal 6 febbraio, quando Eurocamera e Consiglio dell’Ue hanno trovato l’accordo per il fondo da 50 miliardi per l’Ucraina, Bruxelles ha mandato a Kiev 6 miliardi.
Le risorse dello strumento Ue per l’Ucraina sono rivolte alla ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione del Paese, e vincolate ad una serie di riforme e ad un piano di spesa da parte del governo di Kiev. “L’Ucraina ha compiuto tutti i passi che avevamo stabilito. Ed è per questo che crediamo l’Ue debba avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina già entro la fine di questo mese“, ha sottolineato ancora von der Leyen. Parallelamente, i profitti degli asset russi finanzieranno al 90 per cento lo sforzo militare di Kiev. Ed è questo che ora – in un momento particolarmente critico sul campo di battaglia – interessa a Zelensky, che nel suo intervento ha insistito: “Abbiamo bisogno di almeno sette sistemi Patriot“, perché “la difesa aerea è fondamentale” ed è “necessario togliere alla Russia il vantaggio che ha a livello aereo”.
A Kharkiv “le bombe russe sono tornate a piovere dal cielo, colpendo condomini e centri commerciali”, ha evocato von der Leyen, e l’Ue “deve fornire all’Ucraina i mezzi per difendersi”. Per rimediare agli attacchi sistematici del Cremlino alla rete energetica ucraina, von der Leyen ha elencato i quasi 500 milioni di euro “per le riparazioni urgenti”, gli ulteriori “1.000 generatori per la produzione urgente di energia” e i “quasi 8000 pannelli solari che “stanno per arrivare” in Ucraina. Ma – per dirla con Zelensky – sarebbe più efficace migliorare la difesa aerea e impedire che i raid russi tocchino il suolo ucraino. Il cancelliere tedesco Scholz ha lanciato un appello a tutti gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina, chiedendo loro uno sforzo per “rinforzare le difese aeree di Kiev”.