Bruxelles – Dopo 13 anni il partito di Recep Tayyp Erdogan non ha più la maggioranza assoluta nel Parlamento turco. Dalle elezioni politiche ad Ankara arriva un duro colpo all’attuale presidente turco: il suo Akp si è fermato al 40,80% (258 seggi su 550) contro il 49,8% ottenuto nel 2011. Un calo più che consistente, pari al 10% di voti e a 67 deputati. Un risultato che non solo fa sfumare il progetto di Erdogan di riformare da solo la Costituzione per trasformare il sistema politico del Paese da parlamentare a presidenziale attribuendosi così poteri da superpresidente, ma che crea anche grande incertezza sulla formazione del nuovo governo. L’Akp deve cercare alleati per formare un governo di coalizione ma viste le posizioni espresse dai partiti rivali c’è già chi parla della possibilità di ricrrere subito a elezioni anticipate.
A mettere in crisi il monopolio di Erdogan soprattutto l’ingresso in Parlamento del partito curdo Hdp, che ha superato ampiamente la soglia di sbarramento del 10% prendendo i 13% e conquistando quindi 79 seggi. È la prima volta nella storia della Turchia che un partito curdo entra in Parlamento. “Abbiamo ottenuto una grande vittoria e un grande successo stando dalla parte della pace, della giustizia e della libertà”, commenta il leader dell’Hdp Selahattin Demirtas, escludendo la possibilità di allearsi con l’Akp: “Non formeremo alcuna coalizione con l’Akp”.
Il primo partito dell’opposizione è il socialdemocratico Chp che ha ottenuto il 25,05% dei voti conquistando 132 seggi mentre i nazionalisti del Mhp di Devlet Bahceli hanno preso il 16,36% e 81 deputati. Ora ad Ankara si apre ora una delicata fase per la formazione del governo: il presidente Erdogan, prevedono diversi analisti, dovrebbe incaricare una personalità dell’Akp di cercare di formare il nuovo esecutivo, ricercando una alleanza con i nazionalisti del Mhp. Prima del voto tutti i partiti di opposizione hanno però escluso una possibile coalizione con l’Akp. Insieme i tre partiti di opposizione hanno 292 seggi su 550. Nel nuovo parlamento saranno presenti 96 donne, il numero più alto della storia della Turchia.
Per l’Akp si tratta comunque di una “vittoria” assicura invece il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, che pone l’accento sul 40% di consensi ricevuti. “Nessuno si deve preoccupare – dice – prenderemo tutte le precauzioni necessarie in questo quadro politico per mantenere la stabilità che l’Akp ha garantito negli ultimi 12-13 anni”.
Ora c’è la possibilità per “rafforzare ulteriormente le relazioni Ue-Turchia e per proseguire verso una più ampia cooperazione in tutti i campi”, commentano i risultati delle elezioni l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini e il commissario per le politiche di vicinato, Johannes Hahn. I rappresentanti Ue si felicitano per “l’affluenza record dell’86%”, vista come “un chiaro segno di forza della democrazia turca” e del fatto che “tutti i maggiori partiti politici abbiano ottenuto una rappresentanza in parlamento”. Ora, concludono Mogherini e Hahn, “aspettiamo la rapida formazione di governo e parlamento per lavorare strettamente insieme”.