Bruxelles – Mentre il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker oggi avrà “numerosi incontri”, che culmineranno con una cena insieme al premier greco Alexis Tsipras, il presidente della Bce Mario Draghi conferma che “il Consiglio direttivo della Banca vuole che la Grecia resti nell’euro, ma serve un accordo forte che produca crescita, equità e che sia sostenibile”. Questo vuol dire, ha spiegato, che “deve essere finalizzato alla crescita economica e giusto sul piano sociale. Ma perché lo sia deve anche essere un piano sostenibile dal punto di vista della fiscalità pubblica e del debito greco”.
Nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte il presidente ha commentato il leggero rialzo dell’inflazione nella zona euro (fatto positivo secondo gli obiettivi della Bce) dicendo che ha già “toccato il fondo e risalirà a fine anno”, dunque il leggero aumento ”“non ci ha sorpresi, ha sorpreso le attese dei mercati. Semmai – ha affermato Draghi – rafforza il Consiglio direttivo nelle sue decisioni e nella sua determinazione a portarle avanti. Mostra che abbiamo preso le decisioni giuste con il quantitative easing e le altre misure”. Lo scorso mese l’inflazione media nell’Eurozona salita allo 0,3 per cento, a fronte di un obiettivo ufficiale della Bce che la vorrebbe inferiore ma vicina al 2 per cento: “Abbiamo ancora tanta strada da fare”, ha commentato Draghi.
Secondo il capo della Banca centrale europea negli ultimi mesi si è registrata “una modesta perdita di slancio” della ripresa economica, ma “prevalentemente” questa limatura “è dovuta a rallentamenti delle economie fuori dall’area euro”. “Le indagini – ha sottolineato Draghi – mostrano che la domanda interna dell’area resta solida” tanto che le previsioni di Francoforte sulla crescita dell’Eurozona sono in sostanza confermate: più 1,5 per cento nel 2015, più 1,9 per cento nel 2016 e più 2 per cento sul 2017.