Bruxelles – In vista della stagione estiva arriva una buona notizia per i cittadini europei: le acque europee sono per larga parte eccellenti per la balneazione (85,4 per cento). Questo è quanto emerge da un report pubblicato oggi (28 maggio) dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), che, in collaborazione con la Commissione europea, ha verificato nel 2023 lo stato delle acque destinate alla balneazione in tutti i Paesi dell’Ue oltre che a Svizzera e Albania. Il 96 per cento di tutte le acque di balneazione soddisfa gli standard minimi di qualità, e solo l’1,5 per cento è classificato come scarso.
Le zone controllate sono quelle nei pressi delle coste, sia marine che lacustri, dov’è possibile fare il bagno. La direttiva sulle acque di balneazione prevede una classificazione qualitativa in base a due parametri microbiologici: ovvero la percentuale di presenza di Escherichia coli e degli enterococchi intestinali. Una volta analizzate le acque l’Agenzia europea dell’ambiente le divide in quattro categorie: eccellenti, buone, sufficienti e scarse. Nel caso di acque di balneazione classificate come scarse per almeno cinque anni consecutivi, la direttiva europea prevede il divieto di balneazione con l’esposizione di un cartello informativo.
In Italia, secondo il report di Eea, il 90,3 per cento delle acque balneabili sono in condizioni eccellenti, mentre solo l’1,3 per cento è stato catalogato come scarso. In totale sono 5533 siti balneabili in Italia controllati nel 2023. Per quanto riguarda le acque in condizioni scarse sono diminuite da 93 del 2020 alle attuali 72. Tuttavia, il rapporto ricorda che, nel periodo 2018-2022, 50 siti di balneazioni in Ue sono stati classificati scarsi consecutivamente, di cui 29 in Italia. Tra questi luoghi dove la balneazione è vietata, c’è la spiaggia ‘Nord fiume Musone’ a Porto Recanati nelle Marche che risulta inquinata e attenzionata dalla regione già da diversi anni. L’Eea ha messo a disposizione una mappa interattiva per permettere ai cittadini di cercare il proprio luogo di balneazione e vedere le valutazioni.
Il report evidenzia come la qualità delle acque salate è tendenzialmente migliore rispetto a quelle interne. A soffrirne maggiormente è l’Europa centrale dove si trovano laghi, stagni e fiumi relativamente piccoli con una portata debole. Questo fa sì che risultando molto più suscettibili delle zone costiere all’inquinamento a breve termine causato da forti piogge o siccità, soprattutto in estate. L’Agenzia europea dell’ambiente ha ricordato anche che il cambiamento climatico incide negativamente sulla balneazione: l’innalzamento delle temperature, per esempio, crea un ambiente favorevole all’aumento dell’Escherichia coli.
Rendere balneare una zona che non lo è a causa dell’inquinamento è fattibile. Un esempio è Parigi, che in vista delle prossime olimpiadi e paraolimpiadi ha deciso di rendere balneare la Senna per poter ospitare nel centro della città le gare di nuoto del triathlon. Questo è stato reso possibile da un cospicuo investimento, oltre 1,4 miliardi di euro, volti a finanziare due impianti di trattamento delle acque e una vasca di raccolta di circa 50.000 metri cubi (un serbatoio sufficiente a soddisfare il consumo d’acqua annuo di più di 1.000 persone). La vasca verrà riempita durante le piogge intense per poi depurare l’acqua e in fine immetterla nella Senna.