Bruxelles – C’est l’Union qui sourit! Nuovamente. Finalmente. L’Union Saint-Gilloise vince la coppa del Belgio 110 anni dopo l’ultima volta, il primo trofeo da 89 anni a questa parte, per una squadra che torna grande e a sognare in grande. A scrivere il proprio nome nella storia è soprattutto il giapponese Koki Machida, l’uomo che decide il tutto. Suo il gol al primo minuto di recupero del primo tempo che permette ai giallo-blu di Saint Gilles di riscrivere pagine e gerarchie del calcio nazionale. 1-0 all’Anversa detentore del titolo, quanto basta per vincere la partita e far iniziare la festa. Festa grande, durata tutto il giorno.
La celebrazione sul campo prima e sotto la curva poi, nella cornice dello stadio Re Baldovino, e poi in strada. I tifosi sono tornati ‘a casa’, prima al Parvis di Saint-Gilles, per poi riunirsi davanti al comune. Lì hanno atteso che i giocatori si affacciassero e sollevassero nuovamente la coppa al cielo, tra fumogeni gialli e blu e fuochi d’artificio. E poi cori, canti, facce colorate e dipinte, bandiere al collo a mo’ di mantello, macchine strombazzanti per le vie della città. E’ la terza coppa del Belgio nella storia del club, ed è il simbolo della rinascita.
La partita, di per sé, non è stata particolarmente esaltante. Poche occasioni, tanto possesso palla e controllo dell’avversario. Dinamiche che possono essere tipiche di una finale, che per l’Union Saint-Gilloise è il coronamento di un percorso iniziato cinque anni fa, quando l’imprenditore inglese Tony Bloom decise di acquistare il club. Allora la squadra di Bruxelles era in serie B, e lottava per non retrocedere in terza serie. Con il cambio di proprietà è iniziata la progressiva rinascita: nel 2021 il ritorno in massima serie dopo 48 anni di assenza, e da allora tre anni al vertice. Usg sempre vincitrice della stagione regolare, per un titolo mai guadagnato a causa della formula play-off scudetto.
Titolo meritato, giunto al termine di una cavalcata che ha visto anche l’eliminazione prima dell’Anderlecht e poi del club Brugge, e utile a placare una piazza divisa. Sullo sfondo l’intenzione della società di costruire un nuovo stadio, più moderno, in grado di ospitare partite europee per cui l’Uefa oggi non concede licenze, e dichiarazioni non digerite bene da una parte della tifoseria. “Se dovessi scegliere tra il nuovo stadio e il fatto di vincere coppa o campionato, scelgo immediatamente lo stadio, al 100 per cento”, le parole del presidente Alex Muzio. Che, al netto di esternazioni non gradite da tutti, si gode il trofeo e lo ‘regala’ ai suoi tifosi.