Bruxelles – Quella con il contrabbando di sigarette in Europa è una sfida importante, che vale circa 10 miliardi di euro sottratti all’economia legale ogni anno. Per combatterla l’Unione europea ha stretto, negli anni, diversi accordi con le grandi multinazionali del tabacco, ma anni dopo i risultati restano tutt’altro che soddisfacenti. Così, all’avvicinarsi della scadenza delle intese, che la Commissione si appresta a ridiscutere, il Parlamento europeo ha voluto intervenire sulla questione. La discussione ruota intorno agli accordi vincolanti firmati dall’esecutivo comunitario con Philip Morris International nel 2004, con Japan Tobacco International nel 2007, British American Tobacco e Imperial Tobacco Limited nel 2010. Attraverso questi accordi le compagnie si sono impegnate a pagare un totale di oltre 2 miliardi di dollari all’Unione europea e si sono impegnati a partecipare alla lotta contro il traffico illegale producendo soltanto la quantità di sigarette richiesta dal mercato legale, assicurando di vendere solo a rivenditori legittimi e introducendo un sistema di tracciamento. L’accordo con Philip Morris International scadrà a luglio 2016 e secondo quanto convenuto dieci anni fa le parti devono incontrarsi per ridiscutere un possibile rinnovo due anni prima della scadenza, il tema è dunque di stretta attualità.
“L’accordo con Philip Morris per ridurre la presenza di prodotti di contrabbando sui nostri mercati è stato un successo: tra 2006 e 2014 il volume di prodotti sequestrato negli Stati membri che hanno sottoscritto l’accordo è sceso dell’85%, una percentuale molto sopra la tendenza generale”, spiega intervenendo davanti alla plenaria del Parlamento europeo la commissaria al Budget, Kristalina Georgieva. Oggi, sottolinea, “ci troviamo ad avere limiti alle soluzioni di lungo termine e cerchiamo nuovi strumenti che potrebbero includere anche le multinazionali del tabacco”. La valutazione, comunque, “sarà conclusa entro qualche settimana e metteremo a disposizione di Parlamento e pubblico risultati chiari”, anticipa Georgieva assicurando: “Saremo vigorosi e rigorosi nei nostri interventi”.
Ma l’idea di nuovi accordi con le grandi multinazionali del tabacco, sul modello di quelli già stipulati, piace decisamente poco ai deputati di tutti gli schieramenti che avanzano obiezioni sia sulla loro reale efficacia sia sulle modalità con cui queste intese vengono stipulate. “Gli accordi tra le multinazionali del tabacco, l’Ue e gli Stati membri valgono circa 2 miliardi ma non abbiamo prova di questo valore perché sono celati dal segreto”, lamenta Inge Gräßle del Ppe, che chiede: “La Commissione europea elimini la segretezza che circonda questi accordi”. Gli accordi con le multinazionali del tabacco “hanno fatto si che si cercassero risorse e coordinamento su scala mondiale quindi per il nostro gruppo politico si può parlare di nuovi accordi ma vorremmo venissero negoziati alla luce del sole per capire pro e contro ed evitare mali maggiori”, concorda la socialista Ines Ayala Sender.
“Serve maggiore trasparenza e armonizzazione degli accordi firmati”, fa eco la liberale Martina Dlabajová che si interroga: “Perché questi accordi dovrebbero poter risolvere il problema? Vogliamo essere più informati”. Per la conservatrice Julie Girling, invece, “in assenza di piani di altro tipo cautamente potremmo approvare un rinnovo degli accordi, ma bisogna fare di più e in modo migliore per porre fine a questo tipo di frodi e anche diminuire la domanda e per questo serve un rapido recepimento della direttiva tabacco approvata nel 2014. “È chiaro che l’industria del tabacco ha una lobby molto attiva, non sono bravi ragazzi che collaborano e quindi devono essere trattati come altri lobbisti, ci devono essere regole severe”, incalza Dennis de Jong della Gue che alla Commissione dice: “Avete contatti estremamente sensibili, siete obbligati a fornirci tutte le informazione e tutti i materiali che avete ricevuto”.
Secondo i Verdi, poi, è da mettere in discussione l’intera utilità degli accordi: “L’accordo con la Philip Morris è stato considerato importante ma nonostante questo e altri accordi i contrabbandieri hanno causato danno da dieci miliardi di euro l’anno”, ricorda Bart Staes dei Greens. “Il Parlamento – dice – chiede trasparenza generale, che tutti i documenti vengano forniti” perché “come trattate le multinazionali del tabacco è insufficiente”.