Bruxelles – A febbraio la produzione industriale, su base mensile, è cresciuta sia all’interno dell’area euro sia in Ue. L’istituto di rilevazione statistica europeo, Eurostat, in un report rilasciato oggi (15 aprile) ha riscontrato un aumento dello 0,7 per cento per quanto riguarda i Paesi dell’Unione europea e dello 0,8 per cento per gli Stati che adottano l’Euro. I dati, seppur in crescita rispetto a gennaio, rimangono negativi comparandoli allo stesso periodo del 2023: -6,4 per cento per l’eurozona e -5,4 nel complesso dei Ventisette stati.
Ad aver spinto la produzione industriale a febbraio sono stati i beni di consumo durevoli: +1,7 nell’Ue e +1,4 nell’eurozona, oltre ai beni strumentali: con una crescita del 1 per cento tra i Ventisette Paesi e del 1,2 tra chi adotta l’euro. Negativi invece i dati dei beni di consumo non durevoli e dei prodotti energetici: quest’ultimi sono diminuiti del 3 per cento nei Paesi euro e del 3,3 all’interno dell’Unione europea.
A livello statale, gli aumenti mensili più elevati sono stati registrati in Irlanda (+3,8 per cento), Ungheria (+3,5 per cento) e Slovenia (+3,3 per cento). Le diminuzioni maggiori sono state osservate invece in Croazia (-4,6 per cento), Lituania (-3,0 per cento) e Belgio (-2,7 per cento).
Analizzando invece il periodo febbraio 2024 con febbraio 2023 si nota che l’Irlanda è il Paese dove la produzione industriale è diminuita maggiormente: 36 per cento, seguita dal Belgio con 12,7 per cento. Un quadro complicato per l’Ue, dove a crescere sono solo in dieci Stati. Il risultato migliore l’ottiene la Spagna con un +3,5 per cento.
Una tenue crescita su base mensile, che però lascia ben sperare. Di un “inizio di una svolta industriale” ha parlato Rory Fennessy, economista senior dell’eurozona presso l’Oxford Economics: “Una riduzione dei prezzi dell’energia all’ingrosso dovrebbe sostenere una ripresa graduale della crescita della produzione industriale per tutto il 2024.” Questo, unito a “Una politica monetaria più allentata dovrebbe fornire un impatto positivo più pronunciato nel 2025” ha dichiarato Fennessy a ShareCast.