Bruxelles – Con l’ennesima sterzata politica Barbara Spinelli ha deciso di lasciare L’Altra Europa con Tsipras. La fondatrice della lista che alle ultime elezioni europee è riuscita a superare, contro tutti i pronostici, lo sbarramento del 4% portando al Parlamento europeo 3 rappresentanti (lei, Eleonora Forenza e Curzio Maltese), ora ha “deciso di prendere le distanze” da questa esperienza ma mantenendo comunque il suo seggio a Strasburgo come indipendente nel gruppo della Sinistra Unitaria Europea, la Gue.
“L’Altra Europa nacque come progetto di superamento dei piccoli partiti di sinistra; come conquista di un elettorato deluso sia dal Pd e dal M5S sia dal voto stesso (astensionisti) – dunque un elettorato non esclusivamente di sinistra – e come elaborazione di nuove idee su un’Unione ecologicamente vigile, solidale, capace di metter fine alle politiche di austerità e ai nazionalismi xenofobi che esse hanno scatenato”, dichiara in una nota Spinelli, che motiva la sua decisione affermando di ritenere ora che L’Altra Europa “non sia all’altezza di quel progetto” iniziale. Un dissenso già espresso insieme “a molti ex garanti e militanti della Lista, in una lettera aperta di dissenso indirizzata il 18 aprile a chi la dirige”.
Spinelli non è nuova a giravolte rispetto rispetto agli impegni presi nei confronti de L’Altra Europa. Quando si candidò affermò, così come Moni Ovadia, che la sua era una partecipazione di bandiera. Quando però risultò essere la più votata cambiò idea e decise di tenersi il seggio a scapito del primo non eletto della circoscrizione centro, Marco Furfaro di Sinistra e Libertà, che dava già per fatta la sua elezione a Strasburgo. Ovadia invece lasciò come promesso facendo così eleggere al suo posto Maltese. Il tutto mentre all’interno della lista era in corso il dibattito sull’opportunità di entrare o meno nel gruppo della Gue, con la componente legata a Sel che non lo dava per scontato.
Parlando ancora della sua scelta odierna Spinelli ha spiegato: “In Italia non entrerò in nessun gruppo, se eccettuo la mia militanza nell’associazione Libertà e Giustizia”, perché “non intendo contribuire in alcun modo a un’ennesima atomizzazione della sinistra, promuovendo o fondando un’ulteriore frazione politica”, ma “continuerò a combattere le grandi intese, l’idea di un ‘Partito della Nazione’, l’ortodossia delle riforme strutturali, la decostituzionalizzazione della nostra democrazia. Nelle prossime regionali appoggerò tutti coloro che sono davvero e sino in fondo impegnati in questa battaglia”.
In Europa, conclude invece l’europarlamentare, “continuo a essere convinta che l’Unione e l’eurozona vinceranno o si perderanno politicamente – e democraticamente – a seconda di come sarà affrontata e regolata la ‘questione greca’”.