Bruxelles – Una media di quasi due attacchi sventati alla settimana. Dal 19 febbraio – giorno del lancio di Aspides – a oggi, la missione navale europea nel Mar Rosso ha respinto undici volte le offensive delle milizie yemenite filo-iraniane degli Houthi. Finora, le 4 fregate dispiegate nell’area hanno scortato 68 navi mercantili lungo l’arteria commerciale che collega il Mediterraneo all’Oceano Indiano. Tutte le richieste di protezione sono state raccolte, ma “se il numero aumenta, dovranno crescere anche i nostri asset presenti nell’area“, avvertono i vertici dell’operazione.
Dalla capitale Ue, l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri, Josep Borrell, e il comandante strategico di Aspides, il contrammiraglio Vasileos Gryparis, hanno tirato le prime somme della missione a guida greco-italiana a salvaguardia delle compagnie di navigazione e del commercio internazionale. Messo a repentaglio dagli Houthi, che in risposta allo scoppio del conflitto a Gaza hanno dichiarato guerra a tutte le navi mercantili che si dirigono verso Israele.
Le azioni militari del gruppo sciita che governa parte dello Yemen hanno costretto molte navi a circumnavigare l’Africa e doppiare il Capo di Buona Speranza per raggiungere l’Oriente, rendendo i viaggi per l’Oriente più lunghi di quasi due settimane. “Il costo di un container dalla Cina all’Europa è raddoppiato. L’assicurazione sulle spedizioni è aumentata del 60 per cento”, ha ricordato Borrell. E così, mentre prima della crisi il 13 per cento del commercio mondiale passava per il Mar Rosso, “oggi solo la metà delle 70 navi al giorno che normalmente utilizzavano il canale di Suez” sceglie ancora quella rotta.
In totale, 19 Paesi dell’Ue stanno contribuendo alla missione con personale impiegato nel quartier generale a Larissa, in Grecia, o nell’area delle operazioni, sotto la guida del contrammiraglio della Marina militare italiana, Stefano Costantino. Un’area vastissima, “due volte il territorio dei 27 Stati membri”, ha dichiarato Gryparis. Dal Mar Rosso, passando per il Golfo di Aden, il Mare Arabico, il Mare di Oman e parte dell’Oceano Indiano. “Per andare da un estremo all’altro dell’area ci vogliono dieci giorni, per oltrepassare la zona più rischiosa due giorni”, ha spiegato il contrammiraglio greco. Impossibile per quattro fregate batterla tutta: ecco perché per ora Aspides si è concentrata “nell’area ad alto rischio”, nella parte meridionale del Mar Rosso.
Ma intanto, come sottolineato da Borrell, Aspides coopera con altre operazioni già dispiegate sul posto. Le altre missioni Ue Agenor e Atalanta, con cui “collabora strettamente”, ma anche con Prosperity Guardian, la missione statunitense sostenuta anche da alcune capitali Ue. Borrell ha rimarcato ancora una volta il mandato prettamente difensivo di Aspides: “Non è impegnata in alcuna operazione contro gli Houthi a terra”, ha dichiarato, come a voler prendere ancora una volta le distanze dai raid che la coalizione internazionale guidata da Washington aveva lanciato su diverse basi Houthi quest’inverno. Per Borrell la missione Ue è “la prova evidente della nostra volontà e capacità di rafforzare la sicurezza internazionale, un esempio concreto di come l’Ue agisca come fornitore di sicurezza”.
Secodo Gryparis c’è già stata una “piccola riduzione degli attacchi”, ma è “ancora presto per dire se Aspides abbia avuto un impatto sulla situazione”. Sicuramente, se le compagnie marittime riprendessero fiducia, aumenterebbero le richieste di protezione. Ecco perché è già stata avviata una riflessione sulla necessità di “aumentare la capacità” dell’operazione, con il contrammiraglio che ha precisato di aver già avanzato “richieste di capacità specifiche” agli Stati membri dell’Ue, in particolare sul “supporto logistico“. A cui Borrell ha aggiunto la volontà di aumentare le capacità mediche, “in caso di necessità”. Per il mandato iniziale di un anno, il Consiglio dell’Ue ha stanziato 8 milioni di euro per coprire i costi comuni della missione.