Bruxelles – La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, alza il livello di attenzione sui rischi che correranno i 27 Paesi membri Ue alle urne a giugno, garantendo allo stesso tempo che “non abbiamo paura, sappiamo come lavorare insieme per fermarli“. Contro disinformazione, interferenze straniere ed estremisti, la leader dell’Eurocamera indica il lavoro su cui focalizzarsi quando mancano poco più di 60 giorni dall’appuntamento elettorale del 6-9 giugno per il rinnovo dei membri del Parlamento Ue: “Se dobbiamo correggere qualcosa, facciamolo, ma costruendo invece di distruggere“, perché l’Unione “non è perfetta, ma è la migliore garanzia per tutti i nostri cittadini”.
Intervenendo all’evento ‘L’Europa che verrà’ organizzato oggi (3 aprile) da Ansa presso la sede di Bruxelles del Parlamento Ue, Metsola si è focalizzata subito sul fatto che “sappiamo qual è la posta in gioco” alle elezioni di giugno “e lo sanno anche quegli attori che si spingeranno non so fino a quale punto per cercare di interrompere il nostro processo democratico”. Il riferimento implicito a proposito delle interferenze straniere – “abbiamo già allertato in precedenza e le abbiamo viste tornare in questi ultimi giorni” – è al ‘Russiagate’, il nuovo scandalo che potrebbe abbattersi anche sull’Eurocamera e che potrebbe portare alla rivelazione di una rete di influenze indebite del Cremlino estesa anche ad alcuni eurodeputati per promuoverne la propaganda.
Ma tra le maggiori preoccupazioni della presidente Metsola c’è anche il fatto che “in molti luoghi c’è una generazione di persone che, nonostante abbia tutte le informazioni del mondo a portata di mano, è più scettica di prima”. Spinte proprio dalla disinformazione, “ci sono forze politiche che vogliono solo distruggere” e su cui potrebbe in parte convergere il voto di chi per la prima volta si recherà alle urne: “Dobbiamo spiegare loro che quegli estremisti, quando votiamo su Erasmus, ricerca, alloggi e occupazione, voteranno contro“, ha sottolineato con forza la numero uno del Parlamento Ue. Ecco perché in una campagna elettorale “più aggressiva e ostile che mai”, bisognerà fornire rassicurazioni agli elettori più scettici sul fatto che “noi saremo la maggiorana europeista che lavorerà per loro, ma non possiamo ignorarli, né pensare che la minaccia sparirà da sola“. Anche facendo autocritica quando necessario, come nel caso del Green Deal: “Nella nostra grande ambizione della lotta al cambiamento climatico, dobbiamo stare attenti a non andare troppo lontano e troppo in fretta”, perché “c’è una linea sottile oltre cui non si possono spingere le persone” nel permettersi anche economicamente la transizione pulita: “Dobbiamo essere onesti con noi stessi su dove avremmo potuto fare meglio“.
Le parole di Metsola sulla lotta alla disinformazione e agli estremisti sono state ribadite anche dal ministro degli Esteri italiano ed ex-presidente dell’Eurocamera (tra il 2017 e il 2019), Antonio Tajani, intervenuto all’evento prima di partecipare alla ministeriale Nato. “La battaglia contro le fake news è una battaglia di libertà e il Parlamento è sempre stato un presidio e un baluardo, anche in occasione delle elezioni europee“. Se “ognuno deve scegliere in base alla propria opinione”, è altrettanto vero che questa opinione “non può forzata da cose non vere”, ma anche che “chi non va a votare ha sempre torto, non ci si può lamentare dell’Europa se non si vota”. Ecco perché “serve una partecipazione maggiore rispetto alle ultime elezioni europee” – quando il tasso medio a livello Ue si è attestato al 50,66 per cento degli aventi diritto al voto – altrimenti “si rischia di avere una percezione dell’Unione Europea come una sola macchina burocratica”, è l’esortazione di Tajani. Sul piano della spinta verso “più Europa da un punto di vista politico”, il ministro degli Esteri italiano chiede “un Parlamento che conti sempre di più con il potere di iniziativa legislativa” e si dice “a favore anche di un unico presidente di Commissione e Consiglio Europeo, eletto dai cittadini”.