Bruxelles – Che Jean Claude Juncker non sia soddisfatto dello stato dell’arte della difesa europea si sa, che il suo sogno sia vedere nascere, un giorno, un vero esercito europeo è cosa altrettanto nota. Ma partecipando ad un dibattito organizzato dal canale televisivo tedesco WDR, il presidente della Commissione europea si è lasciato prendere la mano e ha espresso il concetto in maniera piuttosto colorita. “Un’orda di polli è una formazione da combattimento unita in confronto alla politica estera e di sicurezza dell’Ue”, ha commentato impietoso il presidente della Commissione. E le cose, secondo Juncker, non sono destinate a cambiare rapidamente.
“Non si vedono svolte” degli Stati membri, ha ammesso, anche se c’è “qualche piccolo cambiamento”, qualche evoluzione tra alcuni capi di Stato e di governo. “Lo Stato di preparazione delle difese europee costituisce un paesaggio frammentario, basta guardare a come è organizzato l’acquisto di materiale militare”, ha fatto notare Juncker. Il tema sarà sul tavolo del Consiglio europeo di giugno che si occuperà sopratutto di difesa ma non sembrano esserci sostanziose svolte in vista.
La svolta, secondo Juncker, continua a passare dalla creazione di un vero esercito europeo idea che, solo ventilata, aveva provocato pochi mesi fa reazioni non troppo favorevoli dalle capitali europee, Londra in testa. Ma il presidente della Commissione non sembra disposto a mollare: “Guardo sempre ad un esercito europeo come un progetto a lungo termine”, ha ribadito Juncker, ammettendo però che “non è qualcosa che si può costruire a partire da zero domani mattina”.
A sostenere l’idea di Juncker anche il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans che parlando al convegno “The state of the Union” a Firenze, ha sottolineato: “Bisogna analizzare la questione senza pregiudizi” perché è vero che “la difesa è il cuore della sovranità nazionale” ma “se si guarda a quanto si spende in Europa per la difesa rispetto agli Usa e poi si guarda ai risultati di queste spese, c’è molta differenza”. Insomma “siamo troppo divisi e così sprechiamo troppe risorse”, ha fatto presente Timmermans, secondo cui “se qualche Stato prendesse la guida di questa iniziativa per creare più sinergia in Europa, con la consapevolezza che dipendiamo dagli altri anche per la nostra difesa, allora comincerebbe un processo vero d’integrazione”.