Bruxelles – Unione europea ‘cattiva’ e tanto contestata. La considerazione che una certa politica ungherese ha dell’Ue, e non da tempi recenti, a ben vedere così nefasta non è. Anzi. Al contrario, è stato ed è un vero e proprio affare per l’Ungheria di Viktor Orban. Sostegno alle imprese, all’occupazione, alla ricchezza. L’Ue ha fatto tanto per lo Stato membro, ed Elisa Ferreira, commissaria alla Coesione, fa i conti in tasca al governo di Budapest in occasione della conferenza Portfolio sui fondi europei.
La commissaria celebra i 20 anni di appartenenza alla famiglia a dodici stelle, e ricorda ai presenti in sala che “in questi venti anni avete beneficiato di quasi 50 miliardi di euro di sostegno europeo provenienti dalla politica di coesione“, senza contare tutti gli altri contributi europei. Volendo fornire un esempio pratico di cosa significa tutto questo, con i circa 50 miliardi di euro “si tratta di una media di cinquemila euro per ogni persona in Ungheria”. Ma non c’è solo la ricchezza delle famiglie. Contando i cicli 2007-2013 e 2014-2020, continua Ferreira, “nelle ultime due tornate di programmi, questi finanziamenti hanno sostenuto 70 mila imprese e la creazione di 90mila posti di lavoro“.
Il riferimento agli ultimi due cicli di politica di coesione non sono casuali. Viktor Orban è primo ministro dal 2010, e i conti in tasca al leader ungherese non finiscono qui. Con i fondi dell’Ue, continua il riepilogo della commissaria per la Coesione, “il Pil pro capite dell’Ungheria è cresciuto, passando dal 63 per cento della media Ue al 78 per cento, e il vostro tasso di occupazione è cresciuto passando dal 57 per cento all’80 per cento”. Ecco dunque la prova di forza e valore aggiunto dell’Europa, che sono anche forza e valore aggiunto per l’Ungheria. “Avete utilizzato questi soldi per sostenere la crescita e l’occupazione a lungo termine”, sottolinea Ferreira.
Dati alla mano, dunque, “negli ultimi 20 anni, dall’adesione dell’Ungheria all’Ue, l’Ungheria ha prosperato economicamente“, rivendica Ferreira, in un ragionamento rivolto direttamente a chi questa Unione europea non ha fatto che attaccarla e criticarla. Riferimento a Viktor Orban, ovviamente. A cui si sente di dire che come Ue e Ungheria “dovremmo portare avanti questo lavoro insieme nel pieno rispetto dei valori europei, in uno spirito di partenariato e con la piena partecipazione dei cittadini”. Una frecciatina, relativa alla questione del deterioramento dello stato di diritto tale da indurre a chiedere che al Paese sia negata la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue.
Come Ue, continua Ferreira, e solo attraverso le politiche di coesione, sono pronti 4,5 miliardi di euro di sostegno per stimolare la produttività, l’efficienza dei processi aziendali e la digitalizzazione. A questi si aggiungono 6,7 miliardi di euro di sostegno europeo per gli investimenti in energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare e trasporti sostenibili. Tutti soldi che “forniremo”, assicura. Perché, aggiunge, “facciamo tutti il possibile per mobilitare i fondi e per creare il futuro dell’Ungheria che tutti vogliamo vedere: un’Ungheria prospera, giusta e libera“.
L’affondo nei confronti di Orban, quello vero, diretto, arriva alla fine. Ferreira lo tiene per l’ultimo passaggio del suo intervento. L’Ue ha arricchito, e non solo economicamente, l’Ungheria. Orban non sembra averlo capito, o taciuto ai suoi concittadini. E sembra trainare il Paese verso una direzione diversa, e contraria, a quella che indica l’Ue. A riprova di questo la sottolineatura che la commissaria europea opera a proposito dei fondi.
“Come sapete, recentemente è stata sbloccata una parte dei fondi di coesione per l’Ungheria, pari a 10,2 miliardi di euro“, ricorda Ferreira. “L’indipendenza della magistratura e lo Stato di diritto sono principi fondamentali della nostra Europa. Pertanto, è naturale che il denaro europeo venga investito secondo i valori e le regole europee”.