Bruxelles – Dopo oltre dieci anni di stallo, qualcosa si muove sulla riforma del Cielo unico europeo. Le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio per riorganizzare la gestione di uno spazio aereo ancora troppo frammentato e sempre più trafficato, attraversato da circa 30 mila voli al giorno.
L’obiettivo del pacchetto di modifiche al regolamento sul Cielo unico europeo – proposto dalla Commissione già nel 2013 – è migliorare le prestazioni e l’organizzazione della navigazione aerea, aumentarne la capacità riducendone contemporaneamente i costi. E cercando di ridurre l’impatto dell’aviazione sull’ambiente e sul clima: il fatto che lo spazio aereo sia frammentato in un mosaico di 27 diverse giurisdizioni di controllo, comporta spesso che gli aerei percorrono rotte non efficienti, volando – secondo le stime della Commissione europea – in media 49 chilometri in più dello stretto necessario. “L’attuale architettura nazionalistica dello spazio aereo ostacola il progresso, portando a voli più lunghi, a un aumento delle emissioni e a costi inutili”, ha spiegato a margine dell’accordo il relatore per l’Eurocamera, il popolare Marian-Jean Marinescu.
Le nuove norme aprono finalmente la strada al miglioramento delle prestazioni climatiche e ambientali della gestione dello spazio aereo, in particolare attraverso l’estensione di obiettivi ambientali vincolanti per i servizi terminali e la modulazione delle tariffe in modo da incentivare il miglioramento delle prestazioni ambientali. Secondo l’accordo, l’Ue sarà chiamata a istituire un comitato di valutazione delle prestazioni “indipendente, permanente e professionale”, con il compito di consigliare la Commissione sull’attuazione dei sistemi di prestazioni e di tariffazione. Questo gruppo di esperti sarà finanziato dal bilancio dell’Ue.
Gli Stati membri dovranno designare un’autorità nazionale di vigilanza per valutare la conformità delle compagnie aeree ai requisiti di sostenibilità finanziaria e la loro struttura organizzativa. La riforma chiarisce che “i fornitori di servizi di navigazione aerea e l’autorità nazionale di vigilanza possono far parte della stessa organizzazione, purché siano funzionalmente separati e soddisfino i requisiti di indipendenza”. Le autorità di vigilanza dei Paesi Ue valuteranno insieme alla Commissione – e al comitato indipendente di valutazione delle prestazioni – le prestazioni delle compagnie aeree, “nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità”.
Per ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione civile, l’accordo vuole fornire uno strumento anche agli utenti dello spazio aereo. Attraverso l’introduzione della modulazione obbligatoria delle tariffe di rotta, pensata per incoraggiare i cittadini a sostenere i miglioramenti delle prestazioni climatiche e ambientali, come l’uso delle rotte disponibili più efficienti dal punto di vista del consumo di carburante o un maggiore utilizzo di tecnologie di propulsione alternative e pulite, dopo che un’analisi costi-benefici avrà stabilito che tale modulazione è fattibile e presenta un valore aggiunto.
La presidenza del Consiglio dell’Ue, rappresentata nei triloghi interistituzionali dal ministro belga della mobilità, Georges Gilkinet, si è detta “molto soddisfatta” di un risultato che “consentirà di compiere importanti progressi nella riduzione delle emissioni di CO² del settore aereo e darà agli Stati membri maggiori strumenti per limitare il disturbo generato dall’attività aeronautica”. Un primo passo per “aiutare il settore a raggiungere la neutralità dal carbonio”. Prima dell’entrata in vigore della riforma, attesa dal 2013, l’accordo sarà sottoposto all’approvazione formale del Consiglio e dell’Eurocamera.