Bruxelles – Un mandato politico rivisto per avvicinarsi alla posizione del Parlamento europeo e concedere agli Stati membri maggiore flessibilità sulle nuove norme dell’Ue sugli imballaggi. La presidenza belga alla guida semestrale dell’Ue ha ottenuto il sostegno da parte degli ambasciatori per un mandato ‘adattato’ sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi per garantire maggiori flessibilità a Paesi come l’Italia e la Germania che le chiedevano. E, soprattutto, chiudere un’intesa politica con i negoziatori dell’Europarlamento.
E’ quanto si apprende a Bruxelles dove si è da poco chiusa la discussione al Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue, per preparare il negoziato interistituzionale con l’Europarlamento e la Commissione europea, che si terrà lunedì 4 marzo e che potenzialmente sarà quello decisivo per raggiungere un accordo politico sulla proposta della Commissione. Alcuni Stati membri (tra cui Germania e Italia) hanno richiesto alla presidenza di turno ulteriore flessibilità, in particolare sugli obiettivi di riuso, che, da quanto trapela, sono state prese in considerazione (almeno in parte) in questo mandato adattato, che cerca di avvicinarsi alla posizione dell’Europarlamento per quanto riguarda i divieti per gli imballaggi monouso e sugli obiettivi di riuso. Anche se, sempre secondo quanto trapela, il provvedimento per l’Italia resta controverso per i costi sociali ed economici.
Gli Stati membri al Consiglio hanno adottato il mandato negoziale sugli imballaggi lo scorso 18 dicembre con il solo voto contrario dell’Italia, che da quando è stato presentato dalla Commissione si è messa contro il provvedimento chiedendo maggiori flessibilità. Forse per la prima volta, il mandato adottato dal Consiglio Ambiente era un testo più ambizioso in termini ambientali rispetto a quello adottato dall’Eurocamera lo scorso 22 novembre a Strasburgo. In genere è il contrario, con il Parlamento europeo che dovrebbe essere l’istituzione europea, tra le tre, più ambiziosa.
Il testo del Consiglio garantisce più flessibilità rispetto alla proposta originaria della Commissione, ma aveva mantenuto una serie di target che l’Europarlamento ha cancellato o ridimensionato in buona parte su pressione italiana, come il divieto di immissione in commercio di imballaggi di plastica monouso usati per i prodotti ortofrutticoli, come le buste di plastica per l’insalata. La parte più criticata della normativa da parte dell’Italia era quella che riguarda il riuso, disciplinato dall’articolo 26, con obiettivi obbligatori per le aziende. Il Parlamento europeo nel suo mandato ha adottato una deroga sugli obiettivi se lo Stato membro raggiunge l’85% di raccolta separata per il riciclo negli anni 2026 e 2027. Quello di lunedì sarà di fatto il secondo trilogo politico sul dossier, dopo il primo che si è tenuto il 5 febbraio.