Bruxelles – Timidamente adesso Christine Lagarde inizia a considerare l’ipotesi di un taglio dei tassi di interesse. Lo ammette implicitamente la presidente della Banca centrale europea, come sempre facendo attenzione a non sbilanciarsi. Perché i mercati guardano, gli investitori stanno a guardare, e perché fare promesse implica esporsi, in un momento che resta delicato e dunque da gestire con le cautele del caso. Però, ammette la numero dell’eurotower, si può iniziare a ragionare in altri termini.
“L’attuale processo di disinflazione dovrebbe continuare” nei prossimi mesi, sostiene Lagarde intervenendo nel dibattito dell’Aula del Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo. Se così fosse, verrebbe meno la necessità di mantenere una condotta decisa delle politiche monetarie. Tradotto: se l’inflazione dovesse continuasse a diminuire verrebbero meno i motivi sottesi alle decisioni prese fin qui e invertire il percorso di rialzi dei tassi di interesse condotta fin qui. Quindi tagliare. Si potrebbe fare, a patto di essere certi che è il caso di procedere in tal senso. “Il Consiglio direttivo deve essere fiducioso che questo processo di deflazione ci porterà in modo sostenibile al nostro obiettivo del 2 per cento“.
Da Lagarde nessuna promessa, ma la disponibilità a considerare l’eventualità di ritornare sui passi qualora e quando ce ne fossero le condizioni. Perché, avverte la presidente della Bce,, rispetto a un processo di riduzione dell’inflazione, parallelamente ” gli alti prezzi dell’energia e l’aumento dell’instabilità geopolitica rappresentano una minaccia per la competitività dell’area dell’euro“, al pari di fattori di rischio.
Si continuerà a fare affidamento sui dati e l’andamento del contesto globale. L’impostazione della Bce dunque non cambia. I tassi non saranno aumentati, saranno lasciati ai livelli attuali (4,5 per cento quello sulle operazioni di rifinanziamento principale, 4,75 il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale, e 4 per cento il tasso di interesse sulla linea di deposito), e fermi da ottobre.