Roma – Una strategia in quattro punti per affrontare l’emergenza immigrazione. È questa la proposta che il presidente del Consiglio Matteo Renzi presenterà al vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea. Lo ha annunciato nella sua informativa al Parlamento italiano in vista dell’appuntamento di domani a Bruxelles. Un piano che ripercorre in parte i punti concordati nella riunione dei ministri degli Esteri e degli Interni di Lunedì.
Il primo punto riguarderà la richiesta di “rafforzare le operazioni dell’Ue in mare”. Le missioni Triton e Poseidon (che si svolge al largo delle coste greche) dovranno essere in grado di prestare soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Tuttavia, secondo il premier, “il mare è il luogo più difficile in cui salvare vite”. Per questo è importante che il ripetersi delle tragedie venga evitato con interventi di prevenzione.
A tal proposito, bisogna dichiarare “guerra agli schiavisti del XXI secolo”. Renzi non fornisce dettagli – anche perché su questi “ce la giochiamo nelle conclusioni” che saranno approvate dai 28, sostiene – ma pensa a una operazione di polizia internazionale, con l’avallo dell’Onu, per individuare i trafficanti di uomini in Libia e affondare i loro barconi prima che vengano caricati.
Sempre sul fronte della prevenzione, secondo il capo dell’esecutivo, bisogna “scoraggiare le partenze”. Un obiettivo da raggiungere attraverso “la presenza dell’Europa, in collaborazione con le Nazioni unite” nei paesi a Sud della Libia. E’ necessario che “l’Alto commissario Onu per i rifugiati stia in Niger, in Sudan” e negli altri paesi di provenienza e di transito dei migranti, per valutare sul posto i requisiti dei richiedenti asilo, una operazione alla quale anche l’Ue deve contribuire.
Infatti, l’ultimo punto della strategia che l’Italia sottoporrà al Consiglio riguarda proprio la concessione dello status di rifugiato e la gestione dell’accoglienza. L’inquilino di Palazzo Chigi proporrà ai leader dell’Ue che “le procedure per le richieste di asilo siano gestite da un team europeo e dai ministri degli Esteri” dei Ventotto. Una comune assunzione di responsabilità, che secondo Renzi deve riguardare anche la distribuzione dei rifugiati tra i Paesi membri, “allargando” le maglie del regolamento di Dublino III e “rafforzando la solidarietà” tra gli Stati dell’Unione.
Accanto a questa strategia di emergenza, secondo Renzi, serve però “un ragionamento più ampio sull’Africa”, una visione “di lungo periodo” senza la quale “non andremo da nessuna parte”. L’Europa deve “dare una risposta economica” in quel continente e smettere di considerarlo “non come una priorità”. Quello che il premier chiede ai partner europei è di prestare la stessa attenzione che il suo esecutivo riserva ai Paesi africani – “la prima missione internazionale del mio governo è stata in Tunisia”, ricorda, e rivendica di essere stato “il primo presidente del Consiglio a scendere a sud del Sahara” – nella ricerca di una cooperazione che porti sviluppo in quelle aree.