Bruxelles – Non è più solo l’invisibile eminenza telematica dietro blog e social network. Davide Casaleggio, figlio del guru del Movimento 5 Stelle Gianroberto, dato da voci sempre più insistenti come colui che tiene le fila in casa pentastellata, comincia a manifestarsi anche in carne ed ossa. Per la prima volta lo fa a Bruxelles, dove compare al Parlamento europeo come relatore ad un convegno sulla e-democracy, cavallo di battaglia del Movimento. Un’apparizione in perfetto stile grillino, quella di Casaleggio Junior, che mostra fiducia incrollabile nel web, ma aperta diffidenza nei confronti dei giornalisti, soprattutto di quelli italiani, a cui viene suggerito dai suoi collaboratori di porgli domande in inglese o francese per riuscire a farsi dare una risposta.
“Sono qui su invito, come privato cittadino. Non ho ruoli elettorali all’interno del Movimento ma solo di aiuto tecnologico al sistema”, taglia corto con chi gli chiede conto della sua funzione all’interno dei Cinque Stelle. “Probabilmente continuerò ad avere lo stesso ruolo anche in futuro, lo rivesto dal 2005 quando è cominciata questa avventura”, assicura anche il 39enne, laureato alla Bocconi e specializzato nella “definizione di modelli di business online, nell’impiego aziendale della Teoria delle Reti e dei social network e nel marketing online”.
Per il resto è tutto un racconto (con perfetto accento british, facile però per lui, visto che la madre di Casaleggio è inglese) della storia di successo con cui i Cinque Stelle hanno trasformato la rete in quello che loro definiscono uno strumento di democrazia diretta: dal blog di Grillo nel 2005 fino alla convocazione del primo V-day nel 2007, per arrivare alla creazione del movimento nel 2009 e all’elezione di consiglieri comunali e regionali, sindaci e parlamentari italiani ed europei. “Siamo passati da 0 a 8 milioni di voti in sette anni senza soldi grazie all’utilizzo di internet”, sottolinea Casaleggio secondo cui “Internet sta cambiando le regole, il modo in cui vediamo la democrazia e la politica”. In un Movimento fondato “sull’eliminazione dell’intermediazione, la democrazia diretta e una struttura che va dal basso verso l’alto”, assicura, “è la Rete che decide per tutto, dai candidati alle leggi”.
Attraverso la rete, ricorda il socio fondatore della Casaleggio Associati, i Cinque stelle hanno raccolto fondi per le elezioni nazionali nel 2013, ottenendo “più di 700 mila euro di cui ne sono stati utilizzati 348 circa”. La spesa è stata di “4 centesimi per ogni voto ottenuto, mentre con il sistema di rimborsi – fa notare Casaleggio – avremmo speso 4,86 euro per voto. Oltre cento volte di più”.
Dell’uso degli strumenti telematici in politica, il M5S ha fatto un’abitudine. È nato così Lex, il sistema operativo con cui i cittadini possono partecipare online alla discussione delle proposte di legge, strumento utilizzato per la prima volta poche settimane fa anche a livello europeo. E “a breve”, annuncia Casaleggio, sarà presentato il nuovo strumento Rousseau, “dal nome del filosofo che pensava che l’unico modo per conoscere la volontà del popolo fosse chiedergli cosa pensava”. Il sistema, di cui ancora non è dato sapere molto di più, sarà “un’evoluzione di Lex” e “comprenderà tutte le attività” che attualmente gli attivisti possono svolgere sulle diverse piattaforme.