Bruxelles – Il Piano Juncker va bene, ma si dovrebbe evitare di utilizzare i fondi già in bilancio e destinati a finanziare progetti infrastrutturali e di ricerca. A chiederlo sono le due commissioni parlamentari, Bilancio e Affari economici, che in seduta congiunta hanno approvato con 69 voti favorevoli, 13 contrari e 6 astensioni la relazione scritta da José Manuel Fernandes (Ppe) e Udo Bullmann (S&D) sul piano di investimenti della Commissione europea e il mandato negoziale per le trattative con il Consiglio Ue (71 sì, 6 no e 11 astensioni).
Il piano Juncker prevede la costituzione di un fondo denominato Feis con 21 miliardi di euro in garanzie che in tre anni dovrebbero generare investimenti per 315 miliardi di euro. Di questi 21 miliardi 5 verranno dalla Bei e 16 saranno messi a disposizione da Bruxelles di cui 8 di soldi freschi e 8 attraverso la riallocazione di risorse già presenti nel bilancio comunitario: 2,7 miliardi dal programma europeo per l’innovazione Horizon 2020, 2,2 miliardi dai “margini di bilancio” (cioè quanto non ancora messo in bilancio per il prossimo triennio) e infine 3,3 miliardi dal Connecting Europe Facility (Cef), il meccanismo di finanziamento dell’Ue per i progetti di infrastrutture.
La settimana scorsa la commissione Trasporti aveva votato un relazione che chiedeva di non toccare i fondi Cef e di prendere quei soldi da un’altra parte. Le commissioni Bilancio e Affari economici sono state meno perentorie e hanno scelto la strada del compromesso proponendo di provare almeno a rimpiazzare quei fondi sfruttando i margini di flessibilità nei bilanci annuali dell’Ue e riallocando quei fondi che non dovessero essere stati utilizzati. Una procedura che sarà tutt’altro che facile da attuare. “Il nostro obiettivo è preservare al massimo Horizon 2020 e Cef e per farlo vogliamo usare i margini del budget prendendo i soldi dove vendono meno utilizzati”, spiega Roberto Gualtieri (S&D), presidente della commissione Affari economici. “È profondamente deplorevole che la Commissione e i governi nazionali, ossessionati come sono dalla stretta logica del ‘giusto ritorno’, propongano di finanziare il piano Juncker a spese di parti del bilancio Ue che sono veramente europee e transnazionale”, gli fa eco Jean Arthuis (Alde), presidente della commissione Bilancio, secondo cui il Parlamento con la sua proposta di compromesso “è stato ambizioso e creativo”.
Il Parlamento vuole poi il potere di approvare il board di 8 membri e il direttore del comitato per gli investimenti, l’organismo responsabile per la selezione dei progetti da finanziare attraverso il fondo Feis, nonché che le operazioni finanziate dal Feis vengano verificate dalla Corte dei conti europea e siamo oggetto di una verifica di annuale da parte del Parlamento che dovrà basare la sua valutazione su un quadro di valutazione che dovrà essere fornito dalla Commissione.