Bruxelles – Ursula von der Leyen di nuovo alla guida della Commissione europea? È più di una la voce a Bruxelles a indicare che l’attuale presidente dell’esecutivo europeo dovrebbe annunciare lunedì (19 febbraio) la disponibilità a diventare spitzenkandidat (ovvero, candidata di punta per le europee di giugno) del Partito popolare europeo (Ppe).
Il tempo stringe. Il 21 febbraio è la data ultima per poter presentare la candidatura interna al Ppe. Ma von der Leyen sarebbe intenzionata ad anticipare i tempi e togliere ogni dubbio lunedì, in occasione della riunione del partito CDU (Unione Cristiano-Democratica), di cui fa parte, che si terrà in Germania, appena due giorni prima della scadenza ufficiale per unirsi alla corsa.
Anche se dovesse annunciare di volersi candidare, solo di un annuncio (anche se di notevole peso) si tratterebbe. Un primo passo per la leader tedesca per raccogliere abbastanza sostegno per essere eletta formalmente durante il Congresso del Ppe che si terrà a Bucarest il 6 e 7 marzo, quando la famiglia cristiano-democratica europea adotterà anche il manifesto e nominerà il candidato capolista per le elezioni europee.
Dopo la scelta del Partito Socialista Europeo (Pse) – che ha indicato come nome l’’attuale commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit -, e quella dei Verdi, arriverà il momento del Ppe, che dovrebbe essere riconfermato come gruppo più numeroso all’interno dell’Emiciclo. Secondo molti è quasi scontato che la leader tedesca cercherà la conferma alla guida della Commissione, diventando inevitabilmente la candidata di punta del Ppe, nonostante gli attriti degli ultimi mesi con la sua famiglia politica su alcuni dossier caldi del Green Deal.
Proprio le critiche del Ppe al suo Patto verde per l’Europa, hanno spinto von der Leyen a ripensarne i pilastri lanciando una fase ‘Green Deal 2.0’ più attenta al tessuto imprenditoriale e agricolo, quello in sostanza più scontento di questa transizione a ritmi serrati. E proprio questo cambio di passo può essere interpretato come la volontà di ricucire uno strappo con il suo gruppo in vista della prossima chiamata alle urne.
Per ora, però, non è arrivata alcuna conferma né smentita. Nei mesi scorsi anzi si è mostrata fin troppo prudente nel non far trapelare questa intenzione. Resta cauta in attesa che si realizzi, democraticamente, un dibattito interno al Ppe, sperando di uscirne come unica leader investita dal gruppo.