Bruxelles – Sette Paesi Ue forniranno fino a 6,9 miliardi di euro a 32 aziende – di cui 5 piccole e medie imprese – per realizzare la rete di infrastrutture fondamentali per l’approvvigionamento di idrogeno verde sul continente. Nel progetto di interesse comune europeo Hy2Infra ci sono anche tre italiane: Energie Salentine, Saipem e Snam.
La Commissione europea ha approvato oggi (15 febbraio), in base alle norme sugli aiuti di Stato nell’Ue, il terzo importante progetto chiamato a ridurre la dipendenza dal gas naturale a favore dell’idrogeno rinnovabile, dopo quelli avviati a luglio 2022 (Hy2Tech) e a settembre 2022 (Hy2Use). Un progetto preparato e notificato congiuntamente da sette Stati membri: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia. A dirla tutta, a trainare il progetto saranno le 23 aziende tedesche partecipanti. Il Portogallo ne conta 2, gli altri Paesi una a testa.
I quasi 7 miliardi di finanziamenti pubblici autorizzati da Bruxelles dovrebbero sbloccare ulteriori 5,4 miliardi di euro di investimenti privati nei 33 progetti vincitori. Con Hy2Infra l’Ue vuole coprire un’ampia parte della catena del valore dell’idrogeno, sostenendo la diffusione di elettrolizzatori su larga scala per la produzione di idrogeno rinnovabile per 3,2 GW, la realizzazione di condotte di trasmissione e distribuzione dell’idrogeno, nuove o riconvertite, per circa 2.700 km, lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno su larga scala con una capacità di almeno 370 GWh e la costruzione di terminali di movimentazione e relative infrastrutture portuali per vettori di idrogeno organico liquido (“LOHC”) per gestire 6.000 tonnellate di idrogeno all’anno.
Secondo la Commissione europea i 33 progetti sono “molto ambiziosi”, in quanto mirano a “sviluppare infrastrutture che vanno al di là di ciò che il mercato offre attualmente”. Come sottolineato dalla vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile della politica di concorrenza, Margrethe Vestager, queste iniziative creeranno “i primi cluster infrastrutturali regionali in diversi Stati membri e prepareranno il terreno per le future interconnessioni in tutta Europa”.
Costituiranno insomma le fondamenta di una rete di idrogeno “integrata e aperta”, accessibile a condizioni non discriminatorie, e consentiranno l’aumento del mercato delle forniture di idrogeno rinnovabile in Europa. Nel derogare alle norme europee sugli aiuti di Stato, la Commissione ha spiegato che il progetto “comporta anche notevoli rischi finanziari” e che “pertanto è necessario un sostegno pubblico per incentivare le aziende a realizzare gli investimenti”.
La Commissione ha verificato inoltre che i massimali di aiuto previsti siano in linea con i costi ammissibili dei progetti e con le loro lacune di finanziamento. Inoltre, se i progetti coperti riusciranno a generare entrate nette supplementari, si attiverà il meccanismo di recuperare, per cui le imprese restituiranno parte dei finanziamenti pubblici ricevuti.