Bruxelles – Il mercato unico è una risorsa, da valorizzare e migliorare. Ma da solo non basta. In nome della competitività l’Unione europea deve sì lavorare per accrescere le proprie capacità, ma allo stesso tempo continuare a lavorare sul fronte commerciale. Il rapporto della Commissione europea sulla competitività mette in risalto la necessità di quegli accordi commerciali, come ad esempio con il Mercosur, contro cui una parte del mondo agricolo sta scendendo in piazza e per le strade da settimane.
“Il commercio è fondamentale per la competitività a lungo termine dell’UE“, recita il documento prodotto dall’esecutivo comunitario. Tra tante incognite emerge una certezza: L’UE trae forza economica e politica dalla sua posizione di maggiore commerciante e investitore”. Dati alla mano, l’Unione europea è oggi “il maggiore esportatore mondiale, rappresentando il 16 per cento delle esportazioni globali” tra beni, servizi e prodotti agro-alimentari. Da questo trae vantaggio anche la filiera agricola, non ultima quella del ‘made in Italy’.
Se l’Unione europea intende mantenere un peso economico sullo scenario internazionale il commercio non può essere abbandonato. Può essere rivisto, ma non accantonato. Tanto è vero che la raccomandazione contenuta nel rapporto dell’esecutivo comunitario stabilisce che “l’UE dovrebbe costruire una rete più moderna di accordi commerciali, partenariati e alleanze, continuando a lavorare per rafforzare la cooperazione multilaterale e il commercio aperto”. Senza però dimenticare il mercato unico, per cui servirà una rinnovata decisione.
Contestualmente all’apertura verso l’estero, l’UE “dovrebbe utilizzare la difesa commerciale per proteggere il mercato unico quando necessario e lavorare costantemente per valutare e affrontare i rischi per la sicurezza economica in un ambiente complesso”. Questa seconda parte della raccomandazione in materia commerciale si rivolge principalmente alla Cina, accusata di concorrenza sleale, e suona da campanello d’allarme in ottica elezioni presidenziali statunitensi. Un eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe fare degli Stati Uniti un nuovo avversario.
Ecco perché, contestualmente a tutto questo, occorre “costruire una capacità industriale” tutta europea, a casa propria, per evitare di restare troppo in balia di altri attori. “Il mercato unico e la politica industriale vanno di pari passo per sostenere la competitività dell’UE“, sottolinea Thierry Breton, commissario responsabile per Mercato interno e industria. In questo slancio per il potenziamento dell’Unione europea dal proprio interno serviranno le riforme per creare l’ambiente favorevole agli investimenti.
Soprattutto in chiave Green Deal, e quindi la traduzione in pratica della doppia transizione verde e digitale, occorre, come UE e singoli Stati membri, “aumentare la disponibilità di finanziamenti in capitale di rischio e di venture capital e ampliare le imprese innovative”. In quest’ottica, per la relazione della Commissione, si rende imprescindibile “rafforzare ulteriormente l’Unione dei mercati dei capitali“.