Roma – Aumento record per il debito pubblico italiano, salito a febbraio di 3,3 miliardi di euro. Si è raggiunta così quota 2.169,2 miliardi, il massimo storico dal luglio 2014, quando il picco raggiunto era di 2.167,7 miliardi. A certificarlo è Bankitalia, che stamattina ha pubblicato il bollettino ‘Finanza pubblica, fabbisogno e debito’. L’aumento è in linea con le previsioni contenute nel Def approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, che per il 2015 prevede un aumento del debito pubblico al 132,5% del Pil, rispetto al 132,1% dello scorso anno. Il dato, secondo le stime dell’esecutivo, dovrebbe calare solo nel 2016, attestandosi al 130,9% del Pil.
Secondo Palazzo Koch, sarebbe potuta andare peggio. “Il fabbisogno” finanziario del Paese, e il conseguente ulteriore aumento del debito, scrive infatti Bankitalia “è stato contenuto dal parziale rimborso (2,1 miliardi) dei prestiti concessi alla Grecia ed erogati per il tramite dell’Efsf” (European Financial Stability Facility), creato nel 2010 per dare assistenza finanziaria agli Stati membri in crisi e sfruttato al momento solo da Irlanda, Portogallo e Grecia. Quello fatto da Atene, tuttavia, è “un rimborso non programmato – prosegue il bollettino – connesso con risorse finalizzate a interventi a favore del settore finanziario in Grecia”. Risorse “finora non utilizzate e che sono state temporaneamente riattribuite ai Paesi contribuenti”.
Per quanto riguarda la ripartizione dei 3,3 miliardi di aumento del debito, Bankitalia segnala che le amministrazioni dello Stato centrale hanno registrato un aumento di 3,7 miliardi, mentre quelle locali hanno avuto un calo di 0,4 miliardi. Sostanzialmente invariato, infine, il debito degli Enti di previdenza.