Bruxelles – Caro-bollette, avanti con gli aiuti a famiglie e imprese fino al 2026. Le misure di sostegno dei governi varate sulla scia della crisi energetica seguita al conflitto russo-ucraino si ridurranno, progressivamente, ma non scompariranno del tutto fino ai prossimi due anni. Così ipotizza la Banca centrale europea, che in un bollettino economico speciale dedicato al tema prova a fare un punto della situazione. Si tratta di proiezioni basate su uno scenario conservativo, quindi senza considerare nuovi shock in un contesto globale comunque caratterizzato da forte incertezza per via di un conflitto in Medio Oriente che rischia l’espansione a livello regionale e la stessa guerra tra Russia e Ucraina che continua.
Ragionando sulla base di dati e condizioni a disposizione si prevede che comunque la situazione migliori. “Circa due terzi” delle misure di sostegno a famiglie e imprese per il contrasto al caro-energia in vigore nel 2023 “dovrebbero scadere nel 2024 e un altro 20 per cento nel 2025”. Vuol dire che in questo modo la mole di aiuti, soprattutto sovvenzioni, “dovrebbe diminuire significativamente nel 2024 e sarà trascurabile a partire dal 2025”. Ma questo non significa che le misure concepite per contrastare il caro-bollette che incide su consumi e produzione scompariranno, poiché “le restanti misure sono previste per rimanere in vigore nel 2026”.
Ad ogni modo saranno ridotte al minimo, finendo di gravare sui conti pubblici degli Stati membri dell’eurozona in un momento in cui, da più parti, inclusa la stessa BCE, si invita al risanamento dei bilanci nazionali messi a dura prova prima dalla crisi sanitaria prodotta dalla pandemia di COVID-19 e successivamente dalle tensioni geopolitiche. In tal senso la buona notizia è che la riduzione dei prezzi dell’energia ha ridotto la pressione sui governi e l’impatto su deficit e debito pubblico.
La Bce rivede “al ribasso” le proiezioni del costo degli aiuti a famiglie e imprese per il 2023. “Poiché i prezzi dell’energia sono inferiori a quelli previsti all’inizio del 2023”, la diretta conseguenza, soprattutto contabile, è che questa parabola discendente dei costi dell’energia “ha reso queste misure meno costose” di circa mezzo punto percentuale rispetto al Prodotto interno lordo: si stima che le misure di risposta al caro bollette ammonteranno all’1,3 per cento del Pil nel 2023 anziché 1,8 per cento.