Bruxelles – Torna a calare, per la prima volta dall’inizio della crisi, la disoccupazione di lunga durata in Europa. Ad evidenziarlo è la revisione trimestrale di occupazione e situazione sociale nell’Ue effettuata dalla Commissione europea, secondo cui il numero dei senza lavoro che cercano in vano un impiego da almeno un anno è calato dello 0,2% tra il terzo trimestre 2013 e il terzo trimestre del 2014. Un segnale incoraggiante ma ancora debole se si considera che la disoccupazione di lunga durata si attesta ancora al 4,9%: cioè oltre la metà de disoccupati dell’Unione europea (circa 12 milioni e 400 mila persone), non riescono a trovare lavoro da oltre un anno e tra questi oltre 6 milioni sono senza occupazione da più di due anni. Il tasso resta “molto elevato”, nota però la Commissione Ue, soprattutto in Grecia (19%), Spagna (12,6%), Croazia (9,7%), Slovacchia (9%), Portogallo (8%), Cipro (7,8%) ma anche in Italia dove la disoccupazione di lunga durata è al 7,4%.
Oltre alla diminuzione della disoccupazione di lunga durata, i dati Ue evidenziano anche altre tendenze positive: tra queste la diminuzione costante del tasso di disoccupazione, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno e la diminuzione della disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione rimane tuttavia elevato, con differenze significative tra uno Stato e l’altro: il più basso si registra in Germania (4,8%) e Austria (5,3%) e i più alti in Grecia (26%) e Spagna (23,2%). Ancora elevato anche il tasso di disoccupazione giovanile (21,1%) che risulta comunque in calo dal 2013 nel complesso dell’Ue e nella maggioranza dei Paesi membri.
Cresciuta invece l’occupazione nella maggior parte degli Stati membri: è aumentata dell’1% su base annua e dello 0,2% nell’ultimo trimestre del 2014 rispetto al trimestre precedente. Circa 2,7 milioni di posti di lavoro sono stati recuperati da quando i tassi di occupazione hanno raggiunto il livello più basso nel primo trimestre del 2013. Miglioramenti sono stati registrati sia nel settore dell’industria che in quello dei servizi. Oltre la metà di questa crescita dell’occupazione è attribuibile a contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno.
“Questo rapporto mette in evidenza numerosi segni incoraggianti sul mercato del lavoro”, fa notare la commissaria al Lavoro, Marianne Thyssen che sottolinea però come molto resti ancora da fare: “L’Ue conta ancora più di 23,8 milioni di disoccupati di cui 12 milioni da più di un anno e un giovane su cinque disponibile sul mercato del lavoro è senza occupazione”, ricorda. Per questo “la creazione di posti di lavoro e il rilancio della crescita sono al centro delle priorità della Commissione: gli sforzi intrapresi con il piano di investimenti per l’Europa e l’iniziativa per l’occupazione giovanile saranno seguite quest’anno – assicura – da iniziative specifiche per lottare contro la disoccupazione di lunga durata e per facilitare la mobilità professionale”.
I piccoli progressi sul versante occupazionale non bastano comunque ad alleviare le difficoltà di molte famiglie: se è vero che la crescita del reddito dei nuclei familiari è accelerata, il numero di famiglie che dicono di soffrire difficoltà finanziarie (e cioè di dovere mettere mano ai loro risparmi o indebitarsi per coprire le spese) è rimasto invariato o è addirittura aumentato per le famiglie a basso reddito.