Bruxelles – Non bastava lo scontro politico-famigliare in corso tra Marine Le Pen e il padre Jean_Marie. Ora a gettare nel caos il Front National ci sarebbe anche un’inchiesta per finanziamenti illeciti al partito che coinvolgerebbe la stessa Marine e due fedelissimi: il senatore David Rachline, sindaco di Frejus, e Nicolas Bay, deputato europeo e segretario generale del Fronte. A sostenerlo è il quotidiano francese Le Monde, secondo cui la leader dell’estrema destra francese deve “fare fronte alla minaccia giudiziaria” visto che “è direttamente toccata dalle indagini” della magistratura che, sempre secondo quanto riportato dalla stampa francese, starebbe indagando con l’accusa di finanziamento illecito ad un partito Frederic Chatillon, proprietario della Riwal, agenzia di comunicazione e principale “prestatrice di servizi” del Front National.
I magistrati, scrive il quotidiano francese, “hanno esteso l’inchiesta al reato di ‘finanziamento illegale di campagne elettorali’ in occasione delle elezioni presidenziali e poi legislative del 2012″. Nelle denunce notificate al finanziatore di Front Nationa, continua Le Monde, i giudici siegano che a Le Pen potrebbe essere rimproverato di avere stipendiato “fittiziamente con contratti a tempo determinato, durante la sua campagna, due dei suoi consiglieri, appunto Rachline “consigliere per la comunicazione” e Bay “portavoce della campagna”. Secondo i magistrati, questi stipendi, “versati dalla Riwal unicamente durante le campagne presidenziali e legislative del 2012” sarebbero nient’altro che “donazioni nascoste ai candidati”. Secondo Le Monde, il sindaco di Frejus avrebbe percepito poco più di 4 mila euro, mentre il deputato europeo circa 6 mila. Cifre modiche ma che potrebbero valere ai due una convocazione davanti ai giudici e “Marine Le Pen dovrebbe ugualmente essere ascoltata”.
Il nuovo caso si va ad aggiungere a quello che, appena poche settimane fa, ha visto il partito di Le Pen al centro della bufera al Parlamento europeo con l’accusa di avere fatto finti contratti ad assistenti parlamentari per stipendiare, con fondi comunitari, dirigenti di partito e persone che invece lavorano direttamente per l’organizzazione di estrema destra francese. Un’accusa che ora è oggetto di indagine da parte dell’Olaf, l’ufficio anti-frode dell’Unione europea.