Bruxelles – Sotto la pressione di Washington e Bruxelles, Amazon fa un passo indietro. “La nostra indagine approfondita ha mostrato in via preliminare che l’acquisizione di iRobot avrebbe consentito ad Amazon di precludere l’accesso ai rivali, limitando o riducendo l’accesso agli Amazon Store”, ha commentato la vicepresidente della Commissione Ue e responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, a proposito della rinuncia del colosso di Seattle all’acquisizione dell’azienda produttrice degli aspirapolvere robot Roomba.
La decisione è arrivata in corrispondenza delle indagini antitrust della Commissione Europea e della Federal Trade Commission (l’agenzia governativa statunitense responsabile per la tutela dei consumatori) sull’operazione da 1,56 miliardi di dollari annunciata nel 2022. A Bruxelles la questione della possibile acquisizione di iRobot da parte del colosso statunitense attivo nel settore del commercio elettronico ha creato particolari preoccupazioni lo scorso anno: “La Commissione teme che la transazione proposta consenta ad Amazon di limitare la concorrenza nel mercato degli aspirapolvere robot e di rafforzare la sua posizione di fornitore di un mercato online“, era stato l’avvertimento dell’Antitrust Ue al momento del lancio dell’indagine. Da una parte iRobot è uno dei principali fornitori di aspirapolvere robot nello Spazio economico europeo, dall’altra Amazon è sia un rivenditore sia un mercato online che rappresenta il principale canale di vendita degli aspirapolvere robot, “in particolare in Francia, Germania, Italia e Spagna“.
Secondo quanto emerso dall’analisi dell’Antitrust Ue – “in stretto contatto” con la Federal Trade Commission statunitense – con l’acquisizione dell’azienda che produce i robot per la rivoluzione della ‘casa intelligente’ Amazon sarebbe stata in grado di cancellare o non inserire nell’elenco gli aspirapolvere robot rivali, di ridurne la visibilità nel suo marketplace, di limitare l’accesso a determinate etichette di prodotti “commercialmente attraenti” e di aumentare i costi dei rivali per pubblicizzare e vendere i loro aspirapolvere robot. “Tutte queste strategie di preclusione avrebbero potuto limitare la concorrenza nel mercato degli aspirapolvere robot, portando a prezzi più alti, qualità inferiore e minore innovazione per i consumatori“, ha rilevato la Commissione Ue. Dopo la rinuncia all’acquisizione, Amazon dovrà pagare 94 milioni di dollari all’azienda iRobot per non aver portato a termine l’accordo ma – a causa delle difficoltà economiche di quest’ultima – è già stato annunciato il licenziamento di 350 lavoratori (pari al 31 per cento dei dipendenti).