Bruxelles – Dopo tre anni dal lancio delle Ice, le Iniziative dei cittadini europei ovvero una sorta di legge di iniziativa popolare dell’Ue, delle 51 richieste arrivate a Bruxelles solo tre poi hanno avuto successo e raggiunto la soglia minima del milione di firme. Di queste tre, due devono ancora essere discusse e la terza, quella sull’acqua, si è conclusa con un nulla di fatto. Un risultato insomma non entusiasmante quello che emerge dalla relazione pubblicata dalla Commissione che analizza l’applicazione di questo nuovo strumento e che riconosce che “la procedura può essere ancora migliorata” individuando una serie di “questioni sulle quali si dovrebbe aprire un dibattito con le parti interessate e le istituzioni”.
“L’Ice contribuisce a rafforzare la fiducia nelle istituzioni europee e promuove la partecipazione attiva dei cittadini all’elaborazione delle politiche dell’Ue”, ha dichiarato il primo vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, secondo cui però “dobbiamo riflettere su come utilizzare maggiormente e in modo più efficace questo importante strumento e assicurare che ne siano sfruttate appieno le potenzialità.”
Secondo il trattato di Lisbona, se un’iniziativa dei cittadini raccoglie oltre un milione di firme questa può essere presentata alla Commissione che deve “discutere ufficialmente la questione e pubblicare una risposta sotto forma di comunicazione”.
Dichiarazioni di sostegno di cittadini sono arrivate da tutti e 28 gli Stati membri, tuttavia si sono verificate situazioni in cui “alcuni cittadini non sono stati in grado di sostenere un’iniziativa a causa di requisiti differenti applicati nei diversi Stati membri”, spiega l’esecutivo comunitario. La Commissione sta conducendo discussioni costruttive con gli Stati membri interessati per “affrontare tali questioni” e ha adottato “misure per agevolare una soluzione del problema”.
Anche la creazione di sistemi di raccolta delle firme per via elettronica si è dimostrata difficoltosa per gli organizzatori, “riducendo in alcuni casi il tempo a disposizione per raccogliere le dichiarazioni di sostegno dei cittadini”. La Commissione ha avviato uno studio sull’impatto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in relazione all’Ice, per “cercare una soluzione duratura al problema”.